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Con nuovi racconti e nuove avventure...

martedì 11 marzo 2008

Gradi di difficoltà con presenza di neve e ghiaccio

Gradi di difficoltà con presenza di neve e ghiaccio

  • F = facile

  • PD = Poco Difficile

  • AD = abbastanza difficile

  • D = difficile

  • TD = molto difficile

  • ED = estremamente difficile

  • EX = eccezionalmente difficile

Gradi di difficoltà in arrampicata su roccia

Gradi di difficoltà in arrampicata su roccia

Scala Welzenbach
(1925)

  • I = primo grado. E' la forma più semplice dell'arrampicata, bisogna già scegliere l'appoggio per i piedi; le mani utilizzano frequentemente gli appigli per mantenere l'equilibrio. Non è adatto a chi soffre di vertigini.
  • II = secondo grado. Qui inizia l'arrampicata vera e propria, che richiede lo spostamento di un arto per volta e una corretta impostazione dei movimenti. Appigli e appoggi sono ancora abbondanti.
  • III = terzo grado. La struttura rocciosa, già più ripida o addirittura verticale, offre appigli e appoggi più rari e può già richiedere l'uso della forza. Di solito i passaggi non si risolvono ancora in maniera obbligata.
  • IV = quarto grado. Appigli e appoggi divengono ancora più rari e/o esigui. Richiede una buona tecnica di arrampicata applicata alle varie strutture rocciose (camini, fessure, spigoli, ecc.), come pure un certo grado di allenamento specifico.
  • V = quinto grado. Appigli e appoggi sono decisamente rari e esigui. L'arrampicata diviene delicata (placche, ecc.) o faticosa (per l'opposizione o incastro in fessure e camini). Richiede normalmente l'esame preventivo del passaggio.
  • VI = sesto grado. Appigli e/o appoggi sono esigui e disposti in modo da richiedere una combinazione particolare di movimenti ben studiati. La struttura rocciosa può costringere a un'arrampicata delicatissima, oppure decisamente faticosa dov'è strapiombante. Necessita un allenamento speciale e forza notevole nelle braccia e nelle mani.settimo grado.
  • VII = settimo grado. Sono presenti appigli e/o appoggi minimi e molto distanziati. Richiede un allenamento sofisticato con particolare sviluppo della forza delle dita, delle doti di equilibrio e delle tecniche di aderenza.
  • Dal VII le difficoltà aumentano fino all'attuale limite estremo (il X).
Ogni grado può avere una ulteriore suddivisione di inferiore (-) o superiore (+).

venerdì 7 marzo 2008

Tabella Difficoltà Escursionistiche

Tabella Difficoltà Escursionistiche
L'indicazione delle difficoltà di un itinerario viene data per facilitare la scelta di un’ascensione. Serve in primo luogo per evitare ad escursionisti ed alpinisti di dover affrontare inaspettatamente passaggi superiori alle loro capacità o ai loro desideri.
Nonostante una ricerca di precisione, la valutazione delle difficoltà, soprattutto in alta montagna dove le condizioni ambientali sono molto variabili, rimane essenzialmente indicativa e va considerata come tale.
Si utilizzano le quattro sigle della scala CAI per differenziare l’impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico. Questa precisazione non è utile soltanto per distinguere il diverso impegno richiesto da un itinerario, ma anche per definire chiaramente il limite tra le difficoltà escursionistiche e quelle alpinistiche.
  • T = TURISTICO. Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri di altitudine. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
  • E = ESCURSIONISTICO. Itinerari che si svolgono su sentieri di ogni genere, oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi...) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, dissipatore...). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del terreno montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici sulle montagne italiane.
  • EE = ESCURSIONISTI ESPERTI. Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di roccia ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate tra quelle di minore impegno...). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della picozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini...).
  • EEA = ESCURSIONISTI ESPERTI ATTREZZATI. Questa sigla si utilizza per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso di dispositivi di autoassicurazione.

martedì 4 marzo 2008

Il ritorno di Jo in Baita


Il Grande Jo dopo una racchettata di 5 ore è arrivato in baita, dopo lungo periodo lontano da casa.
In bocca al Lupo Jo.

Lo spettacolo del ghiacciaio dell'Aletch.




Lo spettacolo del ghiacciaio dell'Aletch.

Non so se avete mai avuto l'occasione di arrivare ad ammirare un ghiacciaio da vicino...
è qualcosa di veramente grandioso.
Piano piano nella fase di avvicinamento percorri i sentieri che ti portano verso il gigante, che sta oltre la cresta sopra il paese, appena arrivi dalla parte opposta la valle con la sua lingua di ghiaccio si staglia in tutta la sua bellezza.
già dalla cartina si dovrebbe intuire le sue vere dimensioni, ma finchè non lo vedi non ti rendi conto di cosa si sta parlando, e da una quota 200 metri sopra il ghiacciaio ancora non ti rendo conto delle reali dimensioni...

l'immensa valle e i detriti morenici che il ghiacciaio ha lasciato sulle sponde, nei secoli, lascia immaginare le dimensioni quando la calotta glaciale era al massimo splendore, e comprendeva più valli, ormai è restata solo la vallata principale, dove l'unica lingua di ghiaccio si estende per 22 km.
il Circolo concordia, Concordia Plaze, che non ha nulla a che fare con il K2, ma è assai imponente, è la convergenza delle lingue glaciali che dalle vette della Joungfrau e dalle vette circostanti si concentrano alla testa dell'Aletch.
Appena scendi vicino al ghiaccio ti rendi conto di quanto sei piccolo di fronte all'immensa montagna di ghiaccio che ti sovrasta, 2,5 km separano un lato dall'altro, che solo a percorrerli in larghezza ci si impiega un mare di tempo...
Nonostante il suo continuo diminuire credo sia il più esteso ghiacciaio europeo, seguito dalla Mer de Glace del Monte Bianco.

lunedì 3 marzo 2008

Come scegliere una giacca da montagna

La diffusione sul mercato di giacche è vastissimo, dalle giacche per sciare, alle giacche che si possono utilizzare in tutte le stagioni, a quelle create solo per la vita cittadina, che sostituiscono egregiamente gli indumenti invernali, quali cappotti e altri generi di indumenti pesanti.
Prima di avventurarci nella conoscenza delle giacche, vediamo due piccoli dettagli. La scelta della giacca è in funzione di cosa dovete affrontare.
Inutile comprare materiale altamente tecnico solo per fare quattro passi nella neve, per cui una volta valutati i vostri obbiettivi potete procedere con le valutazioni.
Un consiglio se le vostre esigenze sono piuttosto elevate, affidatevi a marche altrettanto elevate, il materiale è di ottima qualità e siete sicuri che non vi lasceranno a piedi.
I nuovi materiali sono sempre più leggeri e resistenti, ma il costo della ricerca e del tessuto si fa sentire.
Le cose importanti in una giacca da montagna sono la robustezza, l'impermeabilità e l'isolamento dal vento.
Io prediligo le giacche senza interno, i cosiddetti gusci, che permettono di essere indossate da sole, o con ulteriori strati termici aggiuntivi a seconda della stagione o delle necessità.
Stiamo parlando prettamente di giacche tecniche, con un prezzo adeguato alla qualità del prodotto (alto, rispetto alle normali giacche da turismo), che offrono un alto comfort sia per quanto riguarda il lato termico, sia per l'impermeabilità del capo; quasi tutte in doppio o triplo strato di GORETEX, con aperture per l'areazione e l'eliminazione del sudore, che così tende a non formarsi e a lasciare la pelle asciutta anche sotto gli strati sovrapposti (metodo a cipolla).
La vastissima gamma delle giacche spazia dalle giacche leggere per l’allenamento al quelle pesanti per l’inverno con imbottitura in ottimo piumino, impermeabili e traspiranti, oppure molto funzionali sono le giacche a triplo strato di Goretex, molto sottili, che unite a pile da attaccare all’interno tramite cerniere può diventare una giacca invernale per i più freddolosi.
Da qualche anno sul mercato c'è il GORETEX XCR, un goretex a doppio strato, ma con caratteristiche di estrema leggerezza e resistenza.
Una componente assai importante in una giacca non è tanto il grado di impermeabilizzazione, indispensabile certamente, ma anche il fattore traspirazione è altrettanto indispensabile, in quanto sotto un telo di plastica, siete al riparo dall’esterno, in quanto l’acqua dall’esterno non penetra, ma siete comunque fradici per la condensa del vostro sudore nella parte interna del tessuto.
Il fattore traspirazione è indispensabile per espellere la condensa del vostro corpo che muovendosi genera.
Per una buona funzionalità del processo, occorre che tutti gli strati che avete, funzionino da carta assorbente e tolgano l’umidità dalla vostra pelle verso l’esterno, strato dopo strato, dalla parte interna verso la parte esterna.

In tal modo resterete sempre asciutti e il freddo non vi aggredirà più di tanto, quando siete fermi, a corpo fermo e in raffreddamento se avete gli indumenti bagnati patite maggiormente il freddo.
Io preferisco la tipologia di giacche leggere, utili in tutte le stagioni, antivento, e impermeabili, traspiranti e con le cerniere sotto le maniche per aumentare al massimo la ventilazione della giacca in caso di temperature elevate e la necessità di indossare comunque la giacca.
Per aumentare lo strato termico, di per sé già elevato, in quanto se una giacca resiste al vento e vi toglie il sudore dalla pelle, evitando la formazione della condensa all’interno ha già risolto il 70% del vostro calore, con l’aggiunta di un’ulteriore strato termico, come potrebbe essere un pile, e il vostro corpo è protetto al 100%.
Quando scegliete una giacca, fate attenzione al materiale di cui è composta deve essere un materiale impermeabile, ma traspirante, come ad esempio il Goretex o il Powertext, se fate grandi attività fisiche con la giacca, necessitano ulteriori aperture per aumentare la ventilazione del corpo.
Se utilizzate il casco durante le vostre attività controllate che il cappuccio sia concepito per inglobare il casco dentro il cappuccio, e il movimento della testa lateralmente non sia inibito nei movimenti, che devono restare fluidi.
Culisse in vita evitano che la neve penetri dentro la giacca, bagnandola e bagnandovi gli strati sottostanti.
Patta copri cerniera, meglio se doppia, aumenta la resistenza al vento e alle intemperie.
Tasche di facile apertura anche se avete i guanti, tasche interne per la salvaguardia di materiale particolarmente delicato;
chiusura dei polsini a velcro, per sigillare la manica da infiltrazioni di neve con e senza guanti.
La giacca nonostante tutti gli accorgimenti sopra citati deve restare leggera, ogni grammo in più è fatica che farete per trasportarla. E deve essere il più comprimibile possibile, in quanto meno spazio occupa minore è il bagaglio che vi dovrete accollare.

Durante l'utilizzo intenso delle giacche, spesso o quasi inevitabilmente si possono generare strappi accidentali creati da rami, rocce, chiodi ramponi o altro, in questo caso è necessario, se ci si trova in attività è necessario "tamponare" lo strappo con nastro, poi a casa se lo strappo non è di grosse dimensioni esistono pezze applicabili, reperibili dal vostro rivenditore; oppure l'utilizzo intenso può rendere la superficie della giacca non più perfettamente impermeabile, in tal caso è necessario reimpermeabilizzare la superficie di tutta la giacca, anche per questo trattamento esistono prodotti specifici.   
Bi
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