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Con nuovi racconti e nuove avventure...

giovedì 31 luglio 2008

Ossigeno in alta quota? pareri contrastanti


Considero l'alpinismo una sorta di stile di vita.
Nessuna regola è imposta, ogni alpinista dovrebbe scalate per se stesso, non per gareggiare con altri.
Detto questo riconosco che una cima raggiunta con l'ausilio dell'ossigeno ha una valenza diversa che averlo raggiunto senza farne uso.
La sfida e il confronto è con se stessi, chi bara, dicendo di non farne uso e poi in realtà lo usa, mente a se stesso, prima ancora che al mondo.
L'ossigeno utilizzato come emergenza o pericolo di vita trova in molti una approvazione, altri, i puristi si rifiutano proprio di considerarlo nelle "cose da portare".
Punti di vista che non spostano l'attenzione, non lo considero DOPING, utilizzato in ambito alpinistico, proprio per la sostanza di fondo che non dovrebbe mai essere una gara.
Un individuo gareggia con se stesso, mettendosi alla prova.
Chi vuole far valere la sua salita per lo sponsor o per altri scopi al di fuori della pura sfida con se stessi, dovrebbe essere valutato per la prestazione con o senza ossigeno.
Ci sono imprese portate "quasi" a termine e fallite senza l'utilizzo di ossigeno che sono di gran lunga più ardue di quelle che arrivano in cima respirando Ossigeno con la maschera.
Non voglio giudicare, ognuno si confronta con la propria coscienza.
--
Bi

EVEREST - Troppo caldo anche sul tetto del mondo


Photo taken by (Luca Galuzzi)

Anche su tetto del mondo il ghiaccio e la neve si stanno sciogliendo, cambiano gli scenari climatici della terra in senso globale, oltre al lato alpinistico, chi sale si trova ad affrontare difficoltà maggiori, causate dalla nuda roccia che appare sotto il ghiaccio che si sta sciogliendo.
Le grandi montagne della terra si trovano ad affrontare le stesse problematiche delle altre catene montuose più basse, l'innalzamento termico del pianeta sta condizionando tutto, ben presto si potrebbero riscontrare problemi a livello idrico e alluvionale causati dall'improvviso deterioramento delle risorse di acqua dolce e dal deflusso a valle del materiale in forma liquida che per anni si è consolidato ad alta quota.
Un problema in parte causato dall'effetto serra, ma gran parte causato da effetti naturali, come lo spostamento di rotazione dell'asse terrestre, a cui l'uomo può fare ben poco.

mercoledì 23 luglio 2008

Valtournenche - Parapendio contro le rocce


19/07/2008
sembra il fato...
prima di partire Venerdì ci siamo parlati...
"vado a volare a Valtournenche... "
"Stai Attento ..."
"cerca di non portare rogna..."
"non porto rogna, ti dico solo stai attento..."
Il Gian, Lunedì non era a lavorare...
poi leggo un annuncio sul sito della montagna che riportava un incidente proprio a Valturnenche..., ma penso che sia impossibile che si tratti del Gian, ma non lo vedo e non risponde alle chiamate.
mi insospettisco e verifico, purtroppo si tratta della sua storia.
Dopo un buon volo sulle montagne intorno a Cime Bianche stava scendendo e preparandosi ad atterrare quando una grossa folata di vento gli ha bruscamente girato la vela scaraventandolo sulla roccia a poca distanza.
Il Gian è un pilota provetto, brevettato e prudente, ma le fatalità capitano anche ai migliori.
Trasportato in elicottero all'ospedale di Aosta sta attendendo che si liberi un posto letto ad Orbassano dove decideranno se operarlo o lasciarlo in trazione per far riassettare le sue fratture.

A parte il grande spavento, può raccontare la sua storia...
e con qualche mese di cure potrà ritornare alla normalità.

venerdì 11 luglio 2008

Into the wild, dentro se stessi...


Un film tratto da una storia vera, accaduta tra il 1990 e il 1992.
Ci sono persone che sono strette nel loro ruolo, soggiogate dal volere della famiglia, e appena possono fuggire vivere la propria vita lo fanno senza esitare, anche se questo potrebbe portarli verso un tragico destino.

Partito da casa il protagonista il neo-laureato Christopher McCandless donati i suoi risparmi in beneficienza, attraversa l'America senz aun soldo in tasca in cerca di qualcosa... finchè scopre di voler arrivare in Alaska, dove pensa di poter vivere completamente a contatto con la natura, completando così il suo sogno e ricerca del modo per essere felici pienamente.
Into the wild, abbandonato tutto, compreso il suo nome vero, senza amici ne compagni, da solo si incammina in questa immensa avventura in Alaska, senza null'altro che qualche provvista e qualche vestito per il rigido inverno, solo con la propria esperienza, e ne servirà tanta per sopravvivere al lungo e rigido inverno del nord.
Una lotta giornaliera con se stessi, per vincere la paura, i pericoli che in una terra come questa si presentano continuamente.
Nonostante tutto però una voglia di mettersi continuamente in gioco, di cercare di destreggiarsi ed imparare sulla propria pelle la vita selvaggia, "per vivere qui occorre essere molto simili a pietre...", quasi insensibili, la dura legge della foresta, che ti porta ad essere forte per mangiare e sopravvivere.

Un'esperienza di vita volta all'essenzialità per le esigenze, alla vita selvaggia, secondo le regole della foresta, cacciare per mangiare, purtroppo senza pietà.
In loghi come quelli, le provviste per l'inverno occorre farle per tempo, avere la fortuna di riuscire a trovarle, e poi è già sufficientemente difficile riuscire a sopravvivere...
Forse qualche nozione al nostro giovane esploratore mancava, qualcosa è andato storto, piccole o grandi sogni di vita che nella realtà si sono rivelate diverse.
il suo sogno in Alaska è durato circa 2 mesi, poi per cause non bene precisate è deceduto per fame o per avvelenamento da cibo.
Molto suggestivo il messaggio che traspare dal racconto e dal finale.

Vi è un incanto nei boschi senza sentiero
Vi è un'estasi sulla spiaggia solitaria
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
In riva all'acque del mare profondo
E vi è un'armonia nel frangersi delle onde
Non amo meno gli uomini ma più la natura
Lord Byron
È innegabile… la vita nomade ci ha sempre entusiasmato.
Nella nostra mente è associata alla fuga dalla storia e dall'oppressione,
dalla legge e da noiose costrizioni, alla libertà assoluta.
E quella strada ha sempre portato verso ovest.
Wallace Stegner

E ora, dopo due anni di vagabondaggi, arriva l'ultima avventura, la più grande.
La battaglia finale per uccidere il falso sé interiore e concludere trionfalmente la rivoluzione spirituale.
Alexander Supertramp

INTO THE WILD (Nelle terre selvagge)
REGIA Sean Penn CAST Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook

giovedì 10 luglio 2008

Facciamo le scorte per l'inverno?



Intento a preparare le scorte per l'inverno...

Il senso della vita? Si trova scalando



in risposta al quesito posto al link: http://www.montagna.tv/?q=node/7998

sono perfettamente concorde con le vostre affermazioni.
la tendenza del "tutto e subito" ha condizionato la vita nei giorni nostri.
Proprio in questi giorni parlando con alcune persone, è emersa l'ideologia attuale completamente stravolta rispetto ad alcuni anni fa, per esempio in ambito lavorativo, un'azienda che si accingeva ad assumere personale dipendente era maggiormente benvisto un soggetto con esperienze limitate numericamente, un numero minore di aziende con cui aver collaborato per diversi anni, piuttosto che tante aziende per poco tempo, era un sintomo di serietà e professionalità da entrambe le parti, significava che se il rapporto era durato a lungo era un chiaro sintomo di funzionamento; adesso, completamente il contrario, tante esperienze mordi e fuggi sono maggiormente considerate, a scapito a volte della qualità del lavoro svolto.
In un progetto a lungo termine, hai la possibilità di vederne i pregi e i difetti anche dopo il periodo iniziale, altrimenti le tue valutazioni possono essere ristrette ad una visione parziale, e la tua crescita resta limitata come la tua esperienza.

Così è nella vita quotidiana, se resti fisso sul tuo obbiettivo, e fai in modo che il "resto" ruoti in funzione di esso, hai modo di gestire al meglio la situazione.
Ho divagato, lo so.
L'alpinismo, proprio per l'ambiente in cui si svolge riesce a metterti di fronte alle tue capacità, al tuo senso pratico, ai tuoi limiti, alla necessità fondamentale di restare calmo in qualsiasi situazione, ti allena interiormente ad affrontare e risolvere un problema alla volta, ti da la possibilità di metterti alla prova.

E' la situazione che ti porta ad essere critico e sfrondare tutto il superfluo dalla tua vita, anche quella di tutti i giorni.

lunedì 7 luglio 2008

Anniversario...


5-6 Luglio 2008

Per festeggiare un anniversario importante, ci vuole un posto importante….
Bi la Lu, Ki, Ste, la Mari, il nostro gruppo di amici fidati ha pensato bene di ritrovarsi come nelle migliori storie nei luoghi cari alla memoria; e anche se le cose sono notevolmente cambiate nella gestione del Rifugio Ezio Orsi resta comunque un luogo dove i ricordi scorrono e la pace regna sovrana.

Un giro semplice, tanto per sgranchirsi le gambe e passare qualche momento insieme, visto che il tempo ultimamente scarseggia per tutti…

Dopo cena verso le 23, 15 una bella salita notturna alla vetta dell’Ebro.
La serata è senza Luna, per cui per muoversi è necessario avere almeno una frontale, ce ne sono 3… 2 di più, da un certo punto di vista peccato, sarebbe stato bello salire illuminati solo dal chiarore della Luna, ma la sua mancanza ci ha donato uno spettacolo fantastico una stellata da mille e una notte.

Si sono viste anche alcune stelle cadenti… anche se non tutti le hanno potute vedere perché nonostante tutto, stavano dormendo sdraiati a lato dello steccato per le mucche… e continuavano a chiedere ad occhi chiusi: “DOVE? DOVE? Io non le vedo! ”

Stanchi e assonnati abbiamo riguadagnato dopo una ripida discesa secca, il prato con le tende.
Il buon Fabio ci ha raggiunto la domenica per una grandiosa braciolata sulla griglia, fin troppo calda…

Vorrei solo rammentare ai simpaticoni che sono passati dal rifugio ieri prima di pranzo… il gruppo di cavallerizzi con il Rolex d’oro al polso e l’IPOD nelle orecchie, che i rifiuti prodotti dalle vostre piacevoli boccucce, ivi compresa la gomma da masticare attaccata sotto il tavolo…vanno portati con sè a valle e non lasciati sul tavolo in attesa che qualcuno lo faccia per loro.

La montagna è di tutti e per tutti è vero in parte. L’educazione è una cosa che non ha altitudine.
Se si vuole andare per montagne bisogna anche comportarsi di conseguenza.
Scusate l’esternazione, ma quando si passano i limiti, è troppo!

ps

Kikkio giustamente mi segnala una dimenticanza...

Al rifugio era presente anche una coppia con un cane molto simpatico (veramente simpatico) legato alla staccionata anti-mucche; continuava a lamentarsi perchè i suoi padroni lo avevano lasciato solo, mentre erano a mangiare dalla parte opposta del prato, chissà poi perchè, ma veniamo al dunque... mentre ero intento a consolar eil cagnolino, è arrivata la padrona e parlando del comportamento dei sopracitati cavallerizzi, mi ha confessato innocentemente: "...Pensi che una volta sono stata rimproverata perchè avevo gettato per terra un tappino della birra... eppure è BIODEGRADABILE! chissà poi perchè?"

Cara signora...
i tappini della birra in alluminio o latta NON sono biodegradabili, o per lo meno non sono considerati tali, in quanto il tempo di deterioramento è decisamente alto, ANNI... un discreto numero di anni!!!

Anche questo ci tocca sentire...
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