Da qualche tempo si vocifera sulla possibilità di una qualche forma di restrizione per regolamentare le attività ricreative che comportino qualche rischio.
L'alpinismo non fa eccezione.
Io sono fermamente convinto che ogni forma di restrizione in tal senso sia una limitazione della libertà individuale.
A seguito di questa affermazione se deve però considerare come agire in caso di soccorso dell'eventuale alpinista sconsiderato che non ha calcolato bene il rischio.
Quindi in che misura è lecito chiedere alle squadre di soccorso di intervenire a salvare persone che deliberatamente si sono cacciate nei guai, e potevano evitarlo.
Gli incidenti in montagna ci sono, il rischio nel praticare certe attività è intrinseco, e per proseguire deve essere accettato consapevolmente, limitato alle proprie capacità e grado di preparazione, poi l'imponderabile può sempre succedere.
Per chi lo volesse compilare, replico l'appello Lanciato da Alessandro Gogna, che dalla rivista "Lo Scarpone" lancia questo questionario:
QUESTIONARIO
Agli alpinisti e agli amanti della montagna
da parte di Alessandro Gogna
Che dice:
"Perché questa inchiesta ?
Sta crescendo, in tutto le società moderne, la tendenza a porre vincoli a sport e attività ricreative che comportino rischi. Questo vale in particolare per l'alpinismo. Ho cercato di spiegarlo brevemente nel testo che su Lo Scarpone accompagna questo questionario.
Tramite questo sondaggio cerco di migliorare le mie conoscenze sulle opinioni degli alpinisti e degli amanti della montagna sui problemi che questa tendenza solleva. Ti prego di farmi conoscere anche il tuo parere" Alessandro Gogna.
Una volta compilato rispedirlo a :
info@alessandrogogna.com
oppure inviarlo per posta al seguente indirizzo:
Alessandro Gogna, via Morimondo nr.26, 20143, Milano
Questionario scaricabile da:
http://www.edizionimelograno.com/high-res/questionario_def.zip
Montagna. In ogni sua forma. Trekking, Alpinismo, Sentieri, ma soprattutto Avventura Sentimenti ed emozioni immersi nella Natura, sentendosi parte integrante e non semplici visitatori occasionali. Una raccolta di esperienze e considerazioni sui materiali. Importantissimi saranno i vostri commenti e suggerimenti. Per poter vivere la meglio la montagna in sicurezza.
giovedì 10 novembre 2011
Invecchiando...
"Quando saremo vecchi,
mi guiderai ai nostri antichi attacchi
e staremo lì a guardare in su".
(Dino Buzzati)
mi guiderai ai nostri antichi attacchi
e staremo lì a guardare in su".
(Dino Buzzati)
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Pensieri Significativi
sabato 5 novembre 2011
Come autoproteggersi in caso di Alluvione
Esondazione del fiume Bormida nella zona ad est di Alessandria (ANSA) |
Purtroppo sempre dopo gli eventi catastrofici si corre ai ripari, per vedere cosa si poteva fare...
Ritengo che in molte occasioni non siamo preparati agli eventi, sottovalutiamo gli appelli ritenedo che sia solo allarmismo, ma poi in fondo non succederà nulla; molte volte ci sbagliamo.
Sarebbe utile accrescere la nostra consapevolezza e le nostre conoscenze almeno quelle di base e ove necessario anche più approfondite per saperci muovere non solo nelle escursioni in montagna, ma sopratutto del territorio in cui viviamo, dove vivono i nostri affetti,Sapere cosa fare o non fare in autonomia in caso di emergenza può veramente fare la differenza tra vivere e soccombere.
Ho trovato un decalogo (dal sito di www.Nimbus.it) che riassume le regole fondamentali da fare e non fare in caso di alluvione, riconosciuto internazionalmente:
Le grandi piene fluviali sono lente a propagarsi, il livello delle acque aumenta gradualmente (ore o giorni) e in genere lascia il tempo di prepararsi a salvaguardare i beni esposti ad allagamenti e mettersi in salvo, chiudere vie di comunicazione e ponti, con un’informazione da parte degli enti preposti sufficientemente anticipata e precisa.
Nel caso delle piene-lampo (flash floods) è invece fondamentale la conoscenza di elementari norme di autoprotezione, perché le onde di piena su torrenti montani in forte pendenza, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni. La protezione civile interviene in questi casi solo a soccorrere le vittime e ripristinare le condizioni di normalità, e l’unica protezione efficace è quella che si mette in atto da soli.
- Dopo un primo avviso di attenzione bisogna informarsi costantemente sull’evoluzione meteorologica, e non fidarsi solo delle voci, ma ricorrere alle fonti ufficiali dei servizi meteo. Rispettate sempre le disposizioni degli enti locali e di protezione civile preposti alla gestione dell’emergenza.
- Ogni Comune deve disporre di un piano di protezione civile e dovrebbe informare i cittadini sull’ubicazione dei rifugi, dei centri di raccolta e delle zone a rischio. Pretendete di conoscere queste cose quando si è tranquilli nelle giornate di sole, non quando si è in emergenza. La sicurezza si prepara giorno per giorno, non bisogna né sottovalutarla né burlarsene, verrà tutta utile nei minuti più importanti della vostra vita!
- Non bisogna farsi prendere dal panico: primo obiettivo è salvare la vita e non farsi male.
- Mai combattere con l’acqua e i detriti, sono più forti loro. Un’automobile galleggia in poco più di 30 cm d’acqua, nonostante pesi oltre una tonnellata: l’acqua può spazzarvi via come fuscelli se tentate di opporvi!
- Non entrate mai nell’acqua in movimento con un’automobile anche se vi sembra di conoscere la strada, meno che mai in un sottopassaggio allagato: negli ultimi 6 anni ci sono state in Italia 10 vittime che potevano essere facilmente evitate, l’incidente peggiore a Prato nell’ottobre 2010, 3 donne cinesi annegate. Il sottopassaggio è una trappola, sta a voi evitare di entrarci.
- Anche a piedi non si entra mai in acqua in movimento se è superiore a 20 centimetri, perché la corrente vi può facilmente travolgere. Inoltre ci possono essere voragini o tombini aperti nascosti dall’acqua fangosa, nei quali potreste essere inghiottiti.
- Non rimanete in locali bassi, garage, seminterrati, ma trasferitevi ai piani alti, eventualmente chiedendo ospitalità ai vicini. Se la casa è a rischio frana, trasferitevi in luogo sicuro.
- Preparate uno zainetto di sopravvivenza in luogo facile da raggiungere, pronti a prenderlo con voi in caso di evacuazione: bottiglie d’acqua potabile, cibo conservabile, cambio biancheria e oggetti per igiene personale, fotocopia documenti, torcia a pile o lampada frontale (controllate che le batterie siano cariche), carta e penna, radio e telefonino con carica batteria, medicine e pronto soccorso, stivali di gomma.
- Poi pensate alla casa: spostate documenti, libri, oggetti di valore e mobili da cantine e piani terra ai piani alti, parcheggiate le auto lontane da corsi d’acqua.
- Ma soprattutto, rimanete vigili e attenti: molti incidenti capitano perché nelle giornate a rischio facciamo di tutto per continuare a vivere come nei giorni normali, invece bisogna concentrarsi, ascoltare i rumori sospetti, osservare cosa accade nei fiumi, prepararsi materialmente e psicologicamente a salvarsi con le proprie forze senza aspettare aiuti improbabili: per definizione, un’emergenza è qualcosa nella quale nulla funziona e nessuno potrebbe aiutarvi.
Consigli per autoproteggersi in caso di alluvione (siti italiani e internazionali):
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_cosafare_idrogeologico.wp?contentId=APP281
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_pub.wp?prevPage=pubblicazioni&contentId=PUB13445
http://www.environment-agency.gov.uk/homeandleisure/floods/default.aspx
http://www.meteosvizzera.admin.ch/web/it/pericoli.html
http://www.ready.gov/america/getakit/index.html
http://www.fema.gov/hazard/flood/fl_during.shtm
http://www.getprepared.gc.ca/prod/tp/tp200803-fra.aspx
http://www.securitepublique.gouv.qc.ca/securite-civile/se-preparer-aux-sinistres/sinistres/en-cas-inondation.html
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