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giovedì 7 febbraio 2008

Hermann Bull - In alto senza compromessi


Hermann Buhl
Figura straordinaria nel panorama dell’alpinismo mondiale dell’epoca e ancora oggi nominare il suo nome e le sue imprese suscita una
Reverenza totale, forse è stato e sarà il più grande alpinista di tutti i tempi…
Ma Iniziamo dall’inizio… prima di vedere cosa ha fatto, vediamo chi era Hermann Buhl.
Hermann Buhl nacque il 21 Settembre 1924 a Innsbruck, iniziò precocemente a frequentare le montagne di casa, e ben presto la sua tecnica lo portò a salire pareti importanti, già a sedici anni arrampicava su grandi pareti, fino ad arrivare a creare uno stile di salita innovativo, che lo avrebbe catapultato alla notorietà per le sue sensazionali imprese vissute in semplicità, che racchiudevano in sé uno stile futurista per le conoscenze e le tecnologie dell’epoca.
Hermann Buhl, era un personaggio speciale, oltre ad una grande carica interiore e ad un talento innato per l’arrampicata e la montagna,
Fu il primo a salire due vette oltre gli 8000 metri in prima assoluta, il Nanga Parbat (8125 m.) raggiunto in solitaria nel 1953, persino contro il volere del suo capo spedizione Karl Herrligkoffer, e il Broad Peak (8047 m.) insieme a Diemberger e Wintersteller and Schmuck.
Kurt Diemberger altro alpinista straordinario, unico alpinista vivente (ormai settantaduenne ) che può vantare di avere due prime assolute su cime oltre gli ottomila come Hermann Buhl.
Proprio con Diemberger si consumò la tragedia nel 1957 sul Chogolisa, dopo aver scalato con successo il suo secondo 8000, il Broad Peak, si rilassarono facendo qualche salita minore, prima di tornare a casa… ma proprio sul Chogolisa, un 7000 della zona, una montagna apparentemente semplice, confrontato alle difficoltà della salita del BroadPeak, durante una bufera i due stavano ritornando sui loro passi, quando improvvisamente una cornice di neve cedette sotto i piedi di Hermann, che in quel momento non era legato a Kurt per velocizzare la discesa e sparì per sempre nella scura parete del Chogolisa… il suo corpo non fu mai ritrovato.
Le imprese di Hermann Buhl sono innumerevoli, non riuscirei ad elencarle tutte, nel libro che vi sto proponendo di leggere, alla fine ci sono elencate alcune delle maggiori e più importanti salite del grande alpinista, uomo e padre di famiglia.
Il libro è il racconto della sua carriera dedotta e riportata sui suoi tre diari, in cui lui stesso annotava le salite e le sue impressioni.
Il libro è appunto frutto della ricerca da parte degli autori, Reinold Messner e Horst Hofler e con il supporto della famiglia Buhl, della moglie e delle figlie, di ricostruire partendo dai suoi diari la straordinaria parabola dell’alpinista precursore di tecniche e modi che avrebbero cambiato per sempre l’alpinismo mondiale, ma anche e forse soprattutto dell’uomo Hermann, della eccezionale sensibilità, cosa che si deduce facilmente dal modo in cui prende appunti e segna le sensazioni delle salite, con naturalezza esprime e racconta salite fatte soprattutto in solitaria.
Vengono minuziosamente raccontate, con le stesse parole di Hermann le sue salite che lo hanno consegnato alla storia, dagli esordi alla salita dell’Eiger durante una tempesta, riesce miracolosamente ad arrivare in vetta e salvare otto alpinisti che erano rimasti intrappolati sulla parete, probabilmente senza di lui, non sarebbero riusciti ad uscirne sani.
La solitaria sulla Nord Est del pizzo badile, in sole 4 ore e mezza… le 9 cordate precedenti, avevano impiegato 4 giorni… giudicate voi di che personaggio stiamo parlando e della portata dell’eccezionale impresa.
Potrei elencarvi tutte le sue imprese, cosa assai difficile per non dire impossibile, ma per non togliervi nulla, vi lascerei il gusto e le sensazioni direttamente dello stesso Hermann Buhl, leggendo questo bellissimo spaccato di vita, che vi appassionerà per il modo semplice e diretto con cui scrive i suoi tre diari, le sue paure per il futuro, delle sue tre figlie, della la moglie, delle Sue montagne…
"L’alpinista è un inquieto inguaribile. Si continua a salire e salire e non si raggiunge mai la meta. Forse è anche questo che affascina. Si è alla ricerca di qualcosa che non si trova mai." Hermann Buhl

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