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martedì 12 febbraio 2008

Aspro e dolce (Mauro Corona)

un libro sul Vino, storie di un paese, storie di boschi, di uomini, di montagna, di tradimenti e delusioni annegate nel succo d'uva, se succo d'uva si tratta, o nel metanolo a volte, grazie ai delinquenti...

Un Bicchiere sempre pieno e sempre vuoto, la differenza sono pochi istanti...

Mauro Corona è fatto così per chi non lo conosce un personaggio vero, schietto, tutto d'unpezzo, con una faccia sola, non ha vergogna a parlare di quello che per tanti compreso lui potrebbe essere un problema, l'alcolismo, iniziato in tenera età con lo schietto RABOSO, un vino sanguigno e denso, quasi pastoso; anche se Corona sostiene di non essere mai stato alcolista.

Di essersi salvato dal baratro dell'alcolismo che giorno dopo giorno subdolamente ti incatena e non ti lascia più, fino alla disfatta totale dell'individuo, che cadendo nella delusione e nell'apatia entra inesorabilmente in un vortice senza fine che ti fa sprofondare sempre più in basso.

Storie legate alla diga del Vajont, ai sopravvissiti, sfollati e costretti ad una vita che si abbandona lontano da casa, dagli affetti, tra un'osteria e l'altra per dimenticare...
Ma i ricordi a mente lucida riaffiorano, e il vino diventa il rifugio idele per annebbiare i ricordi e stordire, fino alla nuova lucidità, quando l'effetto dell'alcol finisce e la delusione e la consapevolezza di come ci si è ridotti riaffiora, ed il circolo vizioso ha inizio... da mattina a sera. Sempre.

un libro da leggere senza pregiudizi, chi conosce Corona sicuramente non ne ha nei suoi confronti, proprio per la sua natura, selvaggia, introversa, a volte scontrosa, ma sincera e limpida come l'acqua di fonte d'alta quota.

un Libro di vita vissuta, che narra le vicende di un ragazzo che sfollato dopo la catastrofe del Vajont passa dal collegio a lavorare, lavorare duro, a sudare il pane che mette sotto i denti e a cresce i mezzo a persone sincere e buone, con qualche incontro poco piacevole, ma con persone che per ignoranza, o per dimenticare hanno il vizio della bottiglia, e l'insperto Mauro si forma in questi ambienti, facendo a proprie spese i danni che l'alcol giorno dopo giorno crea nell'individuo che senza accorgersene ne diventa schiavo.
All'inizio ti sembra di poter gestire la situazione, sei giovane e il fisico reagisce alla grande... ma poi, proprio quando credi di avere il controllo totale, di poter smettere quando vuoi, ti ritrovi invischiato in una ragnatela che giorno dopo giorno non ti lascia più, e ti conduce inesorabilmente verso l'oblio.

Lo stesso Mauro, proprio per le sue caratteristiche di ragazzo di montagna, forte e robusto, durante le prime sbornie non ha conseguenze, sempre puntuale sul lavoro, alla sera sbornia, a letto a ore indecenti, e al mattino fresco riprende la vita di sempre... ma col tempo si accorge che il vino, per quanto possa sembrare sincero un bicchiere, non è innoquo e ti distrugge come la goccia cadendo sulla roccia la buca, è solo questione di tempo.

Vi consiglio la lettura di questo grosso volume, si tratta di un discreto libro, al contrario di altre sue opere è molto corposo.
Lo stile è lo stesso, scritto da un uomo semplice che racconta storia vissuta della sua Erto e dintorni, un inesorabile elenco di amici, parenti, conoscenti, lui stesso, come si sono trovati a contatto con il dolce assassino e come ne sono caduti vittima.

Non un libro moralista o per moralisti, senplicemente episodi veri vissuti e raccontati con maestria, in un linguaggio che ti prende il cuore e l'animo, pacato e rude allo stesso tempo.
Il suo stile mi affascina, come del resto la sua vita, molto vicina per certi versi alle mie esperienze, di vita faticosa, l'amore per la montagna per il legno, per lo spaccare la legna con l'accetta, come facevano 100 anni fa...

Di questa mia predilezione sono conscio, pertanto la mia opinione e valutazione in merito alle sue esperenze, a parte l'abuso di alcolici, mi pone in una posizione di parzialità, e non vorrei influenzare ulteriormente la critica.

Al di là della mia personale e sviscerale predilezione per l'autore penso che possa essere comunque un'interessante lettura, tra i meandri di una mentalità antica, e radicata nelle persone di montagna che nonostante il progresso non si rassegnano alle comodità, e continuano a vivere abbarbicati sulle pendici delle montagne accettandone tutte le sfuriate delle grandi vette, con non pochi sacrifici, economici ed in termini di fatica.

non vi voglio più assilare con le mie parole...
vi auguro una buona lettura se la riterrete consona al vostro animo.Bi

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