un testimonial d'eccezione per chi ha qualche anno sulle spalle…
Un personaggio discusso per certe sue imprese, qualcuno nel tempo ha messo in dubbio alcune sue avventure, ma di certo un uomo che dell'avventura estrema aveva fatto uno stile di vita, e la vita gli aveva riservato grandi soddisfazioni, come nel 1973 lo aveva visto coronare il sogno del giro del mondo in solitaria controvento.
Un uomo eccezionale, le sue avventure spaziavano dalla montagna, al mare, ai più desolati deserti africani ed asiatici.
Una vita spesa a pieno e con il programma Jonathan, di cui è stato il conduttore per diversi anni, a documentare le sue avvuture in tutto il mondo, fino al giorno in cui il destino ha messo una pietra sul suo cammino il suo fuoristrada si è rovesciato durante una tappa della Parigi - Pechino e Ambrogio si è rotto la spina dorsale.
Da tredici lunghissimi anni è paralizzato dal collo in giù, su una sedia a rotelle; dipende dagli altri in tutto e per tutto.
Nonostante sia sparito dalla vita pubblica i suoi amici e fans non lo hanno dimenticato, continuamente gli scrivono, lo esortano a non mollare.
Su questa esperienza di lunga malattia che lo ha distrutto fisicamente, ha costruito una nuova vita, lui che era abituato a non stare mai nello stesso posto per più di qualche ora, lui che aveva vissuto le grandi distese artiche per raggiungere il polo nord con il fedele cane Armaduk, le grandi onde oceaniche durante le sue attraversate in solitaria, ora è costretto alla più completa immobilità, non può nemmeno alzare un braccio per grattarsi il naso.
Il libro è composto da una serie di piccole frasi che iniziano il capitolo, frasi di ammiratori ed amici che gli hanno scritto nel tempo, e lui pazientemente ha raccolto e conservato, alla frase iniziale segue un suo commento, distaccato, sereno, una riflessione vista con gli occhi di un Ambrogio Fogar diverso, rinato in una nuova dimensione, dove non è più necessario muoversi, consigli di vita, pacate considerazioni con il passato.
Il suo passato lo ha accantonato, anche se non ha perso la speranza di poter ritornare a muoversi, anche solo in parte, per lui sarebbe un grandissimo successo, sarebbe il coronamento di un grande sogno che da tredici lunghissimi anni sta aspettando che si avveri.
Una storia vera raccontata da un protagonista d'eccezione, normalmente i disabili vengono messi da parte, Ambrogio ci porta la testimonianza di come si possa essere sereni anche in quelle condizioni.
Racconta di avere speranze, pochissimi rimpianti, rifarebbe le stesse esperienze nel medesimo modo in cui le ha vissute;
non incolpa nessuno per l'accaduto, nemmeno il destino, che per pochissimi centimetri ha fatto la differenza tra lew vita e la morte o la paralisi totale nel suo caso.
Un buon libro, scritto dettando i suoi pensieri, lui personalmente non può tenere nemmeno la penna in mano…
Un ultimo saggio di come si possa vivere e sperare in una totale immobilità, come non si deve mai perdere la speranza, anche quando tutto sembra essere perduto.
Ricorda i suoi settanta giorni alla deriva su una zattera con l'amico in balia dell'oceano quando un grosso cetaceo ha aperto la sua barca in due e in pochissimi minuti il Surprise si è inabissato tra i flutti dell'oceano, sparendo per sempre; alla fine deperiti e ormai allo stremo delle forse fisiche furono recuperati da una nave di passaggio; racconta che anche in quell'occasione nonostante gli stenti fisici non avevano mai perso la speranza e la serenità di una continuazione in qualche modo.
La sua sofferenza è ormai terminata, Ambrogio Forgar ci ha lasciato alcuni anni fa.
Resta la sua immensa ed importantissima testimonianza e vita vissuta intensamente in qualsiasi condizione.
Grazie Ambrogio.
ve ne consiglio vivamente la lettura.
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