La tragedia di Vincendon ed Henry due ragazzi abbandonati al loro destino da una serie di errori tecnicie di incompetenza da parte di alcune autorità che videro morire due ragazzi per la loro stupidità nell'agire tempestivamente.
In breve la storia...
Jean Vincendon 24 anni e Francois Henry 23 anni, ressitettero 10 lunghi giorni oltre quota 4000 metri sulle pendici del Monte Bianco, e a valle i soccorsi tardavano per lungaggini burocratiche...
adesso scendiamo nei perticolari del libro e cerchiamo di capire chi erano i due protagonisti e le celebrità che si sono mosse per salvarli all'epoca dei fatti; Natale 1956.
Il libro inizia, con una descrizione dei due ragazzi e del mondo che li circonda, le loro esperienze alpinistiche le loro aspettative, le apsettative date dalle grandi doti di entrambi, le loro amicizie, le loro famiglie...
Gli scienari montani che si delineano ai loro e agli occhi dei lettori, le salite sempre più impegnative, d'estate, e le prime salite invernali...
Un giorno nelle vacanze nasce la voglia di qualcosa di importante, Il Monte Bianco, una salita invernale nelle vacanze di Natale... la salita di un couloir particolarmente difficile, poi però sulla via incotrano Walter Bonatti in compagnia di un amico/cliente Silvano Gheser e visto il personaggio e il tmepo non troppo stabile decidono di unire le forze e portare a termine la salita insieme a loro.
Giunti al termine delle difficoltà le due cordate si separano: gli Italiani salgono verso la cima del Bianco, mentre i Francesi tentano una discesa diretta verso Chamonix.
qui inizia la tragedia, i due alpinisti parigini si perdono nella bufera e finiscono intrappolati sul bordo di un enorme seracco.
Prima che i soccorsi si rendano conto della situazione e del fatto che i due alpinisti non sono semplicemente in ritardo, passano alcune ore, almeno 2 giorni, poi nell'indecisione e confusione più totale, iniziano a muoversi i soccorsi.
Si mobilita anche il grande eroe francese dell'Annapurna Lionel Terray (prima salita di un ottomila in assoluto compiuta da Maurce Herzog nel 1950, nella spedizione c'era ache Terray)
ma la macchina dei cossorsi è lenta, ulteriormente rallentata da un dissidio interno tra le guide di Chamonix che non vogliono rischiare la pelle per salvare due vite umane, visto che il tempo è pessimo e la visibilità sulla montagna molto scarsa.
Per una serie infinita di equivoci e disattenzioni, orgogli feriti e tentativi mancati, persino con elicotteri sperimentali, che possono volare e atterrare a 4000 metri, ogni tentativo risulta vano, un elicottero precipita persino vicino ai due ragazzi, ormai in fin di vita, anche i soccorsi da terra li raggiungono, ma nel momento dell'evaquazione generale, vengono protate via solo le guide e l'equipaggio dell'altro elicottero, che nel frattempo si erano rifugiati nel Rifugio Vallot, poco distante da li, e i due ragazzi vengono sistemati nel relitto dell'elicottero in attesa di poterli recuperare prima possibile... non potendo praticamente nuoversi per i gravissimi congelamenti... 10 giorni nella neve a oltre 4000 metri... restano li ancora una notte... una notte infinita, visto che il giorno dopo non si può salire a recuperarli pe ril maltempo e la visibilità praticamnete a zero.
quando sarebbero pronti a recuperarli, insorge ancora qualche problema, e i due vengono dati per morti... ricognizioni in elicottero non rilevano alcun movimento intorno al relitto... (per forza erano dentro...), solo il 19 marzo 1957i loro corpi furono recuperati, con l'amara scoperta che uno di loro era ancora vivo durante le rognizioni in elicottero, quando ormai li credevano morti, uno di loro si era trascinato quasi fuori dalla carlinga del relitto per segnalare di essere ancora vivo...
un destino beffardo...
La notizia dal suo principio ebbe un'eco in tutta la Francia e nel mondo alpinistico, ma alla fine il risultato fu quello descritto.
il libro: “Naufragio sul Monte Bianco” di Yves Ballu (coll. I Licheni 1999, Cda&Vivalda - Vincitore del Cardo d’Oro al Premio Itas 2000 del libro di Montagna).
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