Il vero originale Tenzing Norgay, e dalla lettura del libro si può scoprire tra le altre cose che questo non è propriamente il suo vero nome.
Il libro si apre con una interessante prefazione in cui si ripercorrono in un baleno gli oltre 50 anni dalla prima salita e quasi cento dagli esordi delle prime esplorazioni al tentativo del 1924 che ancora oggi non si sa se Mallory ed irvine arrivarono sulla vetta...Una descrizione di come le spedizioni commerciali hanno ridotto la zona dei campi base e dei campi avanzati sui fianchi della montagna, una spazzatura a cielo aperto, l'ammasso di materiale inutilizzato lasciato dalle spedizioni per evitare pesi inutili nella discesa dopo la salita alla vetta.
Una spiegazione di come le spedizioni commerciali hanno pubblicizzato la montagna quasi a renderla accessbile a tutti, tralasciando il piccolo dettaglio dei pericoli sempre in agguato a quelle quote, ne sono testimoni gli oltre 170 cadaveri che ancora oggi costellano le vie normali alla vetta.
Un libro interessante non tanto per l'argomento, ormai noto al mondo intero, quando piuttosto dal punto di vista e dal racconto di un protagonista d'eccezione quale Tenzing Norgay, chiamiamolo così per semplicità, ma vi invito a leggere il libro per scoprire come questo nome sia arrivato ad essere tale, essendo la lingua sherpa una lingua orale, non scritta, risulta difficile riuscire a tramandarla sempre in modo corretto, e preciso, pertanto il suo nome si è evoluto nel tempo, fino a diventare quello che attualmente il mondo conosce TENZING NORGAY.
Una sorta di racconto dettagliato senza polemiche ne fronzoli, un racconto pulito dei fatti avvenuti sulla montagna più alta del mondo.
Nonostante tutto Tenzing Norgay riesce a parlare più o meno correntemente una serie impressionante di lingue e dialetti, visto che nelle zone alle pendici delle grandi montagne imalayane basta spostarsi di poco che cambia la lingua parlata; ed avendo partecipato a numerose spedizioni occidentali, padroneggia bene l'inglese, e farfuglia tedesco, Francese ed italiano.
Un libo rimportante per l'autore e per il resto dei lettori, perchè si ha la possibilità di leggere qualcosa di unico nel suo genere.Il racconto della prima salita della montagna più alta del mondo, i tentativi precedenti, le spedizioni a cui ha partecipato come portatore e poi come capo guida sherpa, ed infine facente parte della seconda squadra di punta raggiunse il 30 maggio 1953 la vetta della montagna le cui pendici erano stimate in 8848 metri, oggi superano i 8850 metri di altezza ed è in continua crescita.
Il pensiero espresso da un uomo semplice che si rende conto di aver avuto molto dalla vita e dalla montagna, con doti eccezionali di resistenza e acclimatazione alle altissime quote, nonostante tutto il suo rammarico resta il fatto di essere analfabeta.
Una bella lettura, non solo pe ri dati tecnici, quanto per il contenuto umano e spirituale dell'autore nei confronti della montagna, alla quale il libro è dedicato, ed al suo popolo che ha sofferto tantissimo negli anni sacrificando molti dei suoi figli alla montagna, periti sotto le valanghe e precipitati nei crepacci mentre svolgevano il loro compito di portatori e guide per le spedizioni commerciali che dal 1953 hanno letteralmente colonizzato la montagna.Una lettura verament einteressante, ve la cosiglio. anche se non siete propriamente appassionati di alta montagna.
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