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domenica 6 marzo 2011

La FederMoto difende la presenza delle moto sui sentieri di montagna

Foto: www.montagna.tv

La lettera del Presidente della Federazione Motociclistica Italiana Paolo Sesti, in difesa della categoria dei motociclisti che frequentano la montagna con le loro moto, oltre ad essere nettamente di parte, mi parte un pochino priva di riscontri sul campo.
Leggendo i commenti e basandomi sulla mia lunga esperienza sul campo, posso affermare che molto spesso, anzi TROPPO spesso si incontrano sui sentieri persone in moto, sia da trial sia da motocross che in modo molto spavaldo passano e devi essere svelto a spostarti, altrimenti ti vengono addosso, sicuri anche di non essere identificati in quanto circolanti senza targa, appunto per non essere riconosciuti.
In molte valli di montagna la legislazione impone il DIVIETO di circolazione di mezzi motorizzati su sentieri, strade silvo-pastorali e mulattiere, oltre ad altri divieti che immancabilmente vengono elusi.
Non è un'accusa alla categoria dei motociclisti, che sono sicuro conti fra le proprie file persone responsabili e che credono fermamente nella possibilità di poter vivere la propria passione della moto anche su percorsi montani, magari appositamente studiati che non si sovrappongano a quelli del turismo a piedi, e cosa più importante non deturpi ulteriormente il già fragile ecosistema e la sentieristica locale.
Personalmente ritengo la cosa abbastanza contrastante con l'idea stessa di montagna, tranquillità, silenzio e soprattutto fatica per conquistare la meta, ma non è detto che non si possa trovare un compromesso.
Io dico che i motociclisti descritti dal presidente non si incontrano quasi mai sui sentieri, o purtroppo sono molto rari, al contrario quelli che si incrociano sono spesso arroganti e molto poco cordiali.
Ho avuto modo di fermarne alcuni e quasi mai ho incontrato educazione e comprensione.

A Proposito di recupero rifiuti... lasciamo perdere cosa lasciano il giro...

Link alla Lettera del presidente del Presidente della Federazione Motociclistica Italiana Paolo Sesti:
http://www.federmoto.it/linkclick.aspx?fileticket=iatsvlQUjlY%3D&tabid=261

2 commenti:

Anonimo ha detto...

partirei dalla considerazione che oggi come oggi è praticamente vietato andare in moto su qualunque sentiero off-road e questo basterebbe a spiegare il disagio che vive chi ama praticare la montagna in moto. la criminalizzazione dei motociclisti è una pratica vecchia come l'orco che non trova giustificazione alcuna perchè come ci sono motociclisti civili, ci sono ciclisti o pedono incivili, non è che essere motociclisti debba significare per forza essere dei delinquenti senza scrupoli. la ghettizzazione di cui i motociclisti sono oggetto da ormai troppo tempo, è segno di una inciviltà latente che eleva al rango di privilegiati solo quei gruppi di persone che per loro scelta appartengono alla categorie di chi va in montagna a piedi. negli anni, noi motociclisti siamo stati testimoni e vittime di esempi d'inciviltà da parte di questi fanatici, sfocianti spesso in aggressioni fisiche a suon di bastoni e lancio di pietre, praticate anche sui ragazzini di 14-15 anni al seguito di fratelli o genitori, senza la minima considerazione per la legittimità delle passioni del prossimo e in un paio di casi in lombardia, due enduristi ci hanno lasciato la pelle, non mi risulta dalle cronache che sia mai successo il contrario. io sono convinto che ci debbano essere dei percorsi praticabili senza paura da parte di chiunque, ma mentre i sentieri per pedoni oggi esistono, quelli per i motociclisti NON ci sono e senza ipocrisia,affermo che oggi i veri discriminati sono gli enduristi, non chi va a piedi, gente troppo spesso intollerante e dall'atteggiamento estremista. il mancato rispetto delle regole da parte dei motociclisti, dipende da due fattori fondamentali: il primo è una questione puramente soggettiva alla quale non si può dare alcuna giustificazione ma neppure alcuna generalizzazione, il secondo è la ghettizzazione frutto di anni di divieti che hanno impongono agli appassionati delle due ruote l'infrangere la legge, pena l'impraticabilità del loro sport. se solo ci fossero percorsi regolarmente praticabili, la coesistenza di diversi appassionati non sarebbe affatto impossibile e soprattutto non ci sarebbe lo squilibrio che al giorno d'oggi viviamo noi motociclisti padri di famiglia, gente comune, che ci vede costretti a percorrere come ladri sentieri anche laddove sia vietato.

diego p. egos3@libero.it

Bi ha detto...

Non voglio sollevare alcuna polemica, ma se è praticamente vietato andare in moto su qualunque sentiero off-road (anche se ci sono ancora moltissimi sentieri percorribili in moto, magari a bassa e media quota), una motivazione ci sarà, la normativa non si accanisce sulla categoria dei motociclisti per partito preso; ci sono problematiche di carattere di degrado del terreno causato dalle grosse gomme ramponate che portano via il fondo erboso, lasciando il terreno con la sola terra, e le abbondanti piogge successive fanno il resto, lasciando segni profondi e quasi irreparabili, se non con tempistiche molto lunghe (e se le moto continuano a passare praticamente i tempi saranno biblici).
La stessa fauna selvatica è disturbata dal rumore del motore delle moto, ecc... potrei elencare altri motivi per cui alle moto non è consentito transitare sui sentieri alpini o di particolare ambiente da proteggere.
La Legge vieta il transito e secondo me non ci sono giustificazioni per opporsi a tale normativa.
Una volta sulla vetta di una montagna ho incontrato una famiglia che è andata a fare un picnic con una ruspa, quando gli ho chiesto spiegazioni del poco consono gesto, innocentemente mi hanno risposto che nella pala della ruspa ci si poteva riporre tutto il necessario senza doverlo portare sulle spalle.
Non ho parole.

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