Un punto di vista Unico.
Dopo il libro scritto dal figlio, ecco proporvi quello del padre...
Anche se molto probabilmente è stato scritto tempo prima della pubblicazione del 2003.Il vero Tenzing Norgay,quello della conquista dell'Everest del 1953, e dalla lettura del libro si scopre tra le altre cose che questo non è propriamente il suo vero nome.
Il libro si apre con una interessante prefazione in cui si ripercorrono in un baleno gli oltre 50 anni dalla prima salita e quasi cento dagli esordi delle prime esplorazioni, al tentativo del 1924 di George Mallory e Andrew Irvine, la cui salita ancora oggi resta un mistero, Effettivamente hanno raggiunto la vetta prima di sparire sui fianchi della montagna?
Una spiegazione di come le spedizioni commerciali hanno pubblicizzato la montagna quasi a renderla accessibile a tutti, tralasciando il piccolo dettaglio dei pericoli sempre in agguato a quelle quote, ne sono testimoni gli oltre 170 cadaveri che ancora oggi costellano le vie normali alla vetta.
La spasmodica "ricerca del vano", una corsa alla salita della vetta più alta del mondo, non importa se si è allenati, basta avere 70.000 dollari da spendere...
Un libro interessante non tanto per l'argomento, ormai noto al mondo intero, quando piuttosto dal punto di vista e dal racconto di un protagonista d'eccezione quale Tenzing Norgay, chiamiamolo così per semplicità, ma vi invito a leggere il libro per scoprire come questo nome sia arrivato ad essere tale, essendo la lingua sherpa una lingua orale, non scritta, risulta difficile riuscire a tramandarla sempre in modo corretto, e preciso, pertanto il suo nome si è evoluto nel tempo, fino a diventare quello che attualmente il mondo conosce TENZING NORGAY.Una sorta di racconto dettagliato senza polemiche ne fronzoli, un racconto pulito dei fatti avvenuti sulla montagna più alta del mondo.
Tenzing Norgay è analfabeta, ha ottenuto un enorme successo per la sua impresa e tutto il popolo sherpa ne ha giovato per l'immagine di riflesso agli occhi del mondo cosiddetto occidentale e non.
Nonostante tutto Tenzing Norgay riesce a parlare più o meno correntemente una serie impressionante di lingue e dialetti, visto che nelle zone alle pendici delle grandi montagne imalayane basta spostarsi di poco che cambia la lingua parlata; ed avendo partecipato a numerose spedizioni occidentali, padroneggia bene l'inglese, e farfuglia il tedesco, il Francese ed l'italiano.Un libro importante per l'autore e per il resto dei lettori, perchè con questo si ha la possibilità di conoscere qualcosa di unico nel suo genere.
Il racconto della prima salita della montagna più alta del mondo, i tentativi precedenti, le spedizioni a cui ha partecipato come portatore e poi come capo guida sherpa, ed infine facente parte della seconda squadra di punta raggiunse il 30 maggio 1953 la vetta della montagna le cui pendici erano stimate in 8848 metri, oggi superano i 8850 metri di altezza ed è in continua crescita.
Una bella lettura, non solo per i dati tecnici, quanto per il contenuto umano e spirituale dell'autore nei confronti della montagna, alla quale il libro è dedicato, ed al suo popolo che ha sofferto tantissimo negli anni sacrificando molti dei suoi figli alla montagna, periti sotto le valanghe e precipitati nei crepacci mentre svolgevano il loro lavoro di portatori e guide per le spedizioni commerciali che dal 1953 hanno letteralmente colonizzato la montagna.
Vale la pena leggerlo anche se non siete propriamente appassionati di alta montagna.Da un racconto così, ne esce un punto di vista veritiero, anche se la verità a volte potrebbe non essere a suo favore, Tenzing è pronto a pagarne le conseguenze; racconta come la spedizione inglese del 1953 oltre ad avere un notevole impatti mediatico e importanza alpinistica, abbia in qualche modo avuto anche effetti politici impressionanti, in cui molte delle frasi dei componenti della spedizione e spesso di Tenzing siano state travisate, o interpretate in modo errato, creando in alcuni casi incidenti diplomatici.
Tenzin è di origine Nepalese, ma da molto tempo vive in India, pertanto dopo la conquista entrambe le patrie rivendicano la sua cittadinanza, infatti quando Tenzing in seguito inizierà a spostarsi in Europa e America, lo farà con ben 2 passaporti.
Un uomo mite e riconoscente al Chomolungma (Everest, in lingua indigena: "la montagna degli déi") per tutto quello che gli ha concesso nella vita, in primis di aver avuto la possibilità di salirlo e di scenderne vivo, poi di tutto quello che gli ha dato l'averlo fatto, sia a livello di notorietà, della quale avrebbe volentieri fatto a meno, e del fatto che l'evento ha inevitabilmente cambiato la sua vita e della sua famiglia; restando però sempre una persona onesta fino in fondo.
Note Tecniche:
Autore: J. Tenzing Norgay, J. Ramsey Ullman
Traduttore: B. Tasso
Numero totale di pagine: 300
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 2003
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