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martedì 12 febbraio 2008

Annapurna i primi 8000 (Maurice Herzog)

il titolo dell'opinione è abbastanza macabra, ma è la pura verità.
Maurice Herzog, primo uomo ad aver posato il piede su un ottomila il 3 Giugno 1950, in conseguenza ai congelamenti riportati durante la discesa, ha praticamente perso tutte le dita sia delle mani che dei piedi...

ma ci arriveremo a vedere in dettaglio tutto...

Partiamo dall'inizio.

siamo del secondo dopo guerra, i preparativi e la corsa agli ottomila imalajani è alle porte, la Francia riesce ad ottenere un permesso per la zona dell'Annapurna e del Dhaulagiri, serve organizzare una spedizione nazionale velocemente, materiale, uomini scelti fra l'elite che il mercato francese offre e soprattutto soldi, soldi, soldi per finanziare il viaggio molto dispendioso.
a spinger eil tutto verso una rapida conclusione, ci pensa lo spirito nazionalistico, pensate a quanto fosse importante, salire un ottomila... il primo ottomila della storia, e probabilmente la Francia era la nazione che ci sarebbe riuscita...

la scelta cade veramente su un manipolo di uomini che a solo pronunciare i nomi vengono i brividi...
sono veramente alpinisti di tutto rispetto, e i loro nomi sono famosi in tutto il mondo (almeno quello alpinistico...).
si tratta di
Maurice Herzog che viene eletto capospedizione, nonostante non abbia molta esperienza in merito, ma il tempo diede ragione a chi lo scelse, fu un ottima guida in tutti i campi in cui venne chiamato a rispondere.
Altri componenti:
Jean Couzy
Marcel Schatz
Louis Lachenal (Biscante)
Lionel Terray
Geston Rebuffat
Jacques Oudot (Dottore della spedizione)
e la partecipazione di Marcel Ichac per le riprese conematografiche.

sherpa:
Ang Tharkey (sirdar)
Panzi
Dawatoundu
Sarki
Foutharkey
Aila
Angawa
Adjiba

Finalmente la spedizione riesce a partire, arrivati in zona, cercano di capire quale sia l'ottomila più facile da scalare, per dedicarsi esclusivamente a quella montagna.
quindi si dividono in due gruppi di esplorazione un gruppo cercherà una possibile via nei pressi dell'Annapurna una vetta di 8091 metri, mentre un altro gruppo valuterà una possibile ascensione del Dhaulagiri 8167 metri di roccia verticale.
Precisament evengono prese in considerazione la Sud-Est del Dhaulagiri e la Nord-Ovest dell'Annapurna.

Dopo un periodo di valutazioni la scelta cade sull'Annapurna... così ha inizio il trasporto del materiale verso quello che sarà il campo base dell'Annapurna.

i l'allestimento dei campi alti è lungo e faticoso, e le valanghe non risparmiano nessuno....

fino al giorno 3 Giugno 1950, quando Maurice Herzog e Louis Lachenal riescono a raggiungere la vetta dell'Annapurna...
Maurice Herzog, nella foga della vittoria, si toglie i guanti che gli cadono lasciandogli le mani nude... che per la bassissima temperatura, quando i due arrivarono al campo avanzato dove li attendevano Lionel Terray e Gaston Rebuffat, erano pezzi di Ghiaccio... e la situazione apparì subito seria.
La discesa da questo punto fu altrettanto dura come la salita, l'aria rarefatta, oltre a creare scompensi fisici cominciò a dare effetti psichici di pazzia, una discesa rallentata da questi fattori, costrinse i 4 a rintanarsi in un crepaccio per passare la notte... ma una valanga si staccò e dove poteva finire secondo voi?
proprio così nel crepaccio dove i nostri eroi si erano rifugiati...
la ricerca spasmodica delle scarpe, in mezzo alla neve, prima di essere coperti dal resto della slavina... con solo 2 sacchi a pelo su 4 con Maurice che non riusciva ad essere autonomo, occorreva vestirlo e accudirlo come un bambino, aveva mani e piedi completamente congelati...
finalmente arrivarono al campo base...
qui inizia una parte abbastanza macabra... le falagi delle mani e dei piedi vengono ambutare pezzetto per pezzetto, dop attenta somministrazione del siero anti congelamento, che però non serve a evitargli le amputazioni....
le falangi vengono fatte saltare con un tronchesino... non scendo ulteriormente nei particolari, descritti però nel libro, senza essere per questo di cattivo gusto.

il ritorno è lunghissimo, no c'erano le attrezzature moderne, il ritorno come l'andata lo fecero a piedi, attraversando valli, svalicando passi e guadando gelide e torbolente acque dei ruscelli e fiumi in piena.

il ritorno nella civiltà, fu grandioso, festeggiato e insignito di onorificenze, così come in Patria.

Tremendamente mutilato, ma felice di aver toccato per primo la vetta di un ottomila, divenne poi ministro per la gioventù e lo sport nei governi del Generale De Gaulle dal 1958 al 1966, poi sindaco di Chamonix per nove anni.

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