Val di Fassa
Nota Bene:
In Trentino non è permesso pernottare al di fuori delle strutture organizzate (campeggi).
In compenso l’inquinamento durante la stagione estiva raggiunge livelli impressionanti, respirare a Pera di Fassa paese, mi sembrava la stessa aria che si respira in una grande città molto inquinata come può essere Milano o Genova.
Destinazione:Pera di Fassa
Primo giorno 07/08/2004
sveglia alle 5,00, il tempo è pessimo.
Decidiamo di prenderci un giorno di riposo.
Scendiamo a Bolzano, l’idea era quella di visitare la città alla ricerca di qualcosa di interessante, e magari di qualche negozio, tanto per cambiare di articoli di montagna, ma alla fine siamo scappati per la disperazione della mancanza di parcheggi… e per il piccolo inconveniente con i tedeschi simpatici e felici.
Comunque penso ne possa valere la pena di provare a visitare la città…
Secondo giorno 08/08/2004
Rifugio Ciampedie – rifugio Bellavista – Rifugio Gardeccia – rifugio Antermoia
Sveglia alle 5,30, partenza alle 7,40, un filino tardi vista la sveglia…
La sentieristica iniziale lascia un pochino a desiderare….poi finalmente le indicazioni ci sono… e presto si prende quota e dai
Si inizia con il sentiero 543 per poi passare sul sentiero 540 per un dolce declivio siamo arrivati al rifugio Catinaccio a
Vista splendida sulla cima del Catinaccio (
Proseguendo la giornata attacchiamo il sentiero 583, un sentiero attrezzato che arriva con la ferrata delle scalette al rifugio Antermoia o al lago Omonimo; il sentiero costeggia le Crepe di Larsech,costeggiando la pietraia detritica sotto la balconata, siamo poi arrivati in prossimità della parte centrale del sentiero attrezzato, dove inizia la ferrata, decidiamo di tornare indietro, visto l’ora tarda e il tempo era quasi un’ora che tuonava allegramente…
Se avessimo proseguito si sarebbe arrivati al rifugio Antermoia, e poi per il sentiero che percorre la valle (vedi percorso del 14/08/2004 percorso al contrario).
Ritornati poi sui nostri passi, il tempo prometteva acqua da un pochino e pensavamo proprio di prendere una bella ramata di pioggia…e saremmo arrivati in tenda belli bagnati, dato che non esiste la possibilità di riparo prima della nostra tenda, vista la variante che abbiamo intrapreso per scendere, abbiamo preso un sentiero che costeggia la strada asfaltata e percorre tutta la valle del Vaiolet.
Finale su asfalto per una lieve distrazione, e ripreso il sentiero 546… arrivo in paese…ma i negozi erano chiusi, volevamo fare la spesa…., ma oggi è Domenica….
Terzo Giorno 09/08/2004
Giornata splendida, ma alcuni impegni inderogabili ci vedono in paese per sbrigare alcune faccende… dobbiamo riparare la macchina dopo l’incontro con i simpatici tedeschi…
Nella tarda mattinata andiamo a visitare la palestra di roccia, bella, proveremo nei giorni successivi qualche salita, ed i primi approcci per Lucia.
Quarto giorno 10/08/2004
RifugioVilletta Maria - rifugio Marmolada - diga del lago Fedaia.
La sveglia suona presto anche oggi, ma il tempo non è bello, non piove, ma le nuvole sono molto basse, non conviene salire in quota, cercheremo sulla carta qualcosa da fare a media quota (
La scelta cade sul percorso 605 che sale dal rifugioVilletta Maria (
Lasciato l’abitato di Penia oltre Canazei, salendo appunto verso il passo Fedaia, su un tornante è segnato il Bivio per il rifugio Villetta Maria, un Hotel più che rifugio, raggiungibile comodamente in macchina, lasciata la macchina nel parcheggio davanti al rifugio, si prende il sentiero che si innalza nella pineta, poi diventa abbastanza pianeggiante, per poi risalire netto verso il muraglione della diga.
Sulla carta c’è una deviazione mal segnata, mentre nel sentiero è molto evidente, che oltrepassato un piccolo rifugio privato si lascia il fiume alle spalle, superandolo e si inerpica decisamente sul versante della diga dal lato della Cima della Marmolada, molto più faticoso perché attraversa una pietraia abbastanza scoscesa e prende quota velocemente.
Il sentiero originale, senza deviazioni resta dalla parte opposta della diga e risale abbastanza linearmente il pendio fino sotto il rifugio, ultima rampa prima della diga.
Il percorso completo si ricopre in un’ora e mezza/ due ore, a seconda del lato di percorrenza (la deviazione è più lunga).
La diga, che si trova in prossimità del passo Fedaia si raggiunge comodamente anche in macchina, ma la suggestione di arrivare in macchina è sicuramente rovinata dalla comodità.
L’arrivo è abbastanza squallido infatti, in quanto la quantità di turisti è veramente notevole.
La discesa avviene per il sentiero originale, numero 605, si torna al nostro alloggiamento di tela e nylon, non senza aver notato l’alto degrado che
Quinto giorno 11/08/2004
Lago della Cavia
Passato il Passo di S. Pellegrino, in prossimità del rifugio Fior di Roccia (
Anche oggi la sveglia suona alle 5,00, ma il tempo volge decisamente al brutto in quota, per cui anche oggi resteremo a bassa quota.
Rilassamento fino alle 7,00… poi si parte, scandiamo a Moena e risaliamo il passo S. Pellegrino (
In breve, un’ora e mezza circa raggiungiamo la vetta e il lago della Cavia
Fatta la simpatica conoscenza di un bombo.
La discesa avviene per la stessa via della salita.
Sestogiorno 12/08/2004
Viel dal Pan
Tempo instabile, sveglia alle 5,00 rimandata alle 7,00, saliamo alla diga del lago Fedaia, (
ed arriva fino al passo Pordoi.
Fantastica vista sul Piz Boè e sulla piramide che svrastail passo Pordoi.
Discesa lungo la stessa via, incontrate 4 caprette.
Sentiero sicuro, ma in alcuni tratti abbastanza esposto.
Settimo giorno 13/08/2004
Ghiacciaio della Marmolada
ore 5,00, tempo nero
ore 7,00, piove a catinelle (piccole)
ore 8,00, ci alziamo per non impigrire in tenda, non piove più, ma un angolo della tenda è bagnato, e non si capisce perché debba piovere dentro…
Il tempo migliora, decidiamo di provare lo stesso la salita al rifugio e alla Capanna ai margini del ghiacciaio della Marmolada.
Il solito traffico salendo, giornata decisamente azzeccata, partenza dal rifugio della Seggiovia, sopra la diga (
Non abbiamo seguito il sentiero, ma in arrampicata libera, max 3 grado, siamo saliti per una specie di diretta al rifugio, tempo record per questi giorni, un ora e 40 minuti per superare i
Anche qui la stragrande maggioranza delle persone sale in Cabinovia, per cui si vedono cose da pazzi, gente con le scarpette da ginnastica che corre allegramente sul ghiacciaio e non si rende conto di quello che sta facendo… compresi i bambini… resto senza parole….
Per quanto possa sembrare facile arrivare a quella quota, il ghiacciaio non deve essere visto come un ammasso di neve, non lo è affatto, il ghiaccio è ingannevole e se si cade le conseguenze anche solo sulla pelle si ricordano per mesi, la caduta sul ghiaccio con conseguente rotolamnento potrebbe essere paragonata tranquillamente a strisciare sull’asfalto, e le conseguenze di abrasione sono le stesse se non peggiori.
Un giro interessante potrebbe essere, invece di salire direttamente al lago, a
Oppure ancora più interessante risulta essere il sentiero 619, che dal rifugio Villetta Maria, sale dirattamente per il pian dei Fiacconi, e si ricongiunge al 606 poco sopra il Col dei Boush, si evita di salire fino alla diga, si supera un dislivello maggiore, ma la strada è decisamente minore.
Il ritorno è sempre per la stessa via.
Volendo dalla Capanna sul Ghiacciaio si può proseguire per la ferrata che dopo un pezzo su ghiaccio, la ferrata, abbastanza impegnativa e un ulteriore passaggio su ghiaccio abbastanza aereo si arriva alla vetta della Marmolada.(
Ottavo giorno 14/8/2004
Rifugio D’antermoia
Ore 5,00 suona la sveglia, come tutte le mattine, ore 5,10 alzati, il cielo è limpido e tutto promette bene.
Doveva essere una giornata defaticante, visti i
Seguendo il sentiero 579, un lungo sentiero largo ci porta in prossimità del canalone dove si attacca il sentiero 580, che risale lo stesso per
Dopo la salita del canalone si arriva al Camerloi (
Il tempo volge la brutto, la temperatura cala bruscamente, il cielo è pieno di nuvole, occorre aggiungere strati su strati per poter mangiare e bere un thè caldo scaldato sul nostro forellino.
Decidiamo di rientrare velocemente, viste le prime gocce di pioggia e il canalone da ancora da superare.
Tutto procede bene, e a metà del canalone il cielo riapre e lascia passare uno splendido sole.
Siamo rossi come aragostine (ps rossi come peperoncini, le aragostine sono arancioni).
Nono giorno 15/8/2004
Pareti della palestra di roccia
Si arrampica su pareti naturali, dal 4c al 7b
Si arriva da Pozza di Fassa, prendendo il bivio per
All’ultimo agglomerato di case davanti al parcheggio, si prende il sentiero che si perde nel bosco tra le due baite e in 30 minuti circa si arriva ad una prima sezione di via 5/6 di difficoltà dal 5b al 6c, oppure proseguendo si può trovare una più larga gamma di vie, dal 4c al 7b, in tutto sono circa una ventina di vie.le vie sono tutte monotiro.
Oppure, salendo da un sentiero parallelo a quello descritto, ma leggermente più a valle si può accedere alle grandi pareti, con più tiri e di dimensioni decisamente maggiori.
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