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Con nuovi racconti e nuove avventure...

venerdì 11 gennaio 2008

Dolomiti - Ferrata TRIDENTINA

Continuano le avventure...

Dolomix 2 - 2000
Sabato/Domenica 27/28 Maggio 2000
Partecipanti
Serghei
Puddu (Puddu) (Diego)
Bigio
Lelli
Partenza Venerdì alle 19.00.
arrivo al passo Gardena ore 2.15.
Presa acqua
NANNA (poca)
ore 7.15 Sveglia
Colazione
ore 8,00 Partenza (non è vero)
ore 9.00 partenza effettiva
sentiero 666 (cominciamo bene!)
Costeggiato costone della montagna
arrivo all'attacco dopo sentiero praticamente il piano.
ore 10.00 circa arrivo all'attacco della ferrata.
FERRATA BRIGATA TRIDENTINA
Difficile
Il tempo volge al peggio, ma per ora resiste.
preparativi, ci si imbraga e si scherza, è la prima volta che arrampichiamo insieme.
si attacca.
Una bella cascata d'acqua si getta a valle alla nostra sinistra.
Inizialmente i primi tiri di fune sono abbastanza semplici, si inizia con un traverso, che ci porta direttamete sotto il torrione centrale, che ci lascia presagire cosa ci aspetta.
Infatti, dopo pochi metri il grado di pendenza, superata la piccola cengia, si staglia compatto sulla verticale della Torre Exner.
Si incomincia d arrampicare seriamente, Puddu ogni tanto si esalta ed esclama:"... fatti questo passaggio,.... è veramente
tosto!..."
"....Questo si che è un passaggio con le palle!..."
Io ... ultimo... solo per fare le foto... subisco e salgo, certo, loro ci passano prima come posso dirlo io per primo!!!
Intanto le foto si sprecano!
I passaggi sono veramente tosti.
ora che sto arrampicando, penso alle sensazioni del prima, quando per e_mail il buon serghei mi diceva:" ...questa è una di quelle vie per gente con le palle!... e visto che non sapevo che grado di difficoltà potesse avere una via con le palle per lui, ero pensieroso... fiducioso delle mie conoscenze, braccia e gambe, Fede, e che potesse andare tutto bene; certo ora le sensazioni sono diverse, ora la roccia mi scorre sotto le mani e salgo senza particolari intoppi, se non la macchina fotografica che devo stare attento a non sbattacchiarla da tutte le parti.
Benchè difficile, è bellissima ed emozionante la sfida.
Il percorso sale sempre pi— sulla verticale e i pensieri vengono puntualmente riportati al presente.
"Bigio per arrmapicare bene,.. ci devi essere con la testa!! non sei ancora sulle nuvole della vetta!"
Ok!.... poche scale, anzi 1 sola, ma basta per tutte! ti porta in fuori sulla verticale della parete, da una cengia leggermente protetta, stiamo salendo con la parete quasi completamente sotto di noi.
Tutto decisamente interessante, a volte i passaggi sono veramente tosti!, ma a met… delle tre ore complessive di parete, accade il prevedibile... inizia a piovere.. per ora in modo fine, ma per sicurezza metto via la macchina fotografica nello zaino; il cielo Š grigio, ma pare non minacci temporali con fulmini, che sarebbero la nostra rovina, visto il posto in cui ci troviamo, in piena parete , con cavi d'acciaio che ci corrono vicinissimi e spuntoni di roccia, fatti apposta per essere colpiti dalle saette!
La pioggia si sopporta bene, anche perchè non dura molto, anche perchè il pensiero vola subito al costone molto esposto sulla vallata interna, che ci toglie il fiato sospesi nel vuoto in un traverso e pochi appigli per i piedi.....
Bene... metro dopo metro conquistiamo la vetta!
ci rimane solo il ponte sospeso a circa 600 metri in una gola da cui si vede il sentiero di avvicinamento.
Poi saliamo al rifugio Cavazza (2585 mt.) che si erge a pochi metri.
Da lassù la vetta del Pisciadù ci sovrasta la testa.
Dovrebbe essere la nostra destinazione, ma le condizioni della neve, ancora molto alta, la parete decisamente ripida, il tempo e la nostra attrezzatura assai scarsa per poter assaggiare una vetta che al ritorno sarebbe sicuramente ghiacciata e molto pericolosa, e senza ramponi sarebbero voli assicurati.
Siamo a circa 2700 metri, e l'arietta è assai frizzante. rigoli d'acqua del disgelo, provenienti dal nevaio che ci sovrasta si sviluppano ovunque.
Mangiamo qualcosa, riempiamo le borracce con la neve sciolta che non sa assolutamente di niente!, e riprendiamo il cammino per il ritorno, che a detta di Serghei dovrebbe essere semplice, pertanto riponiamo tutta l'attrezzatura nello zaino; e ci alletta l'idea di vedere tra breve la tappa del giro d'Italia scendere dal passo Sella.
Ma secondo voi, a 2700 metri, un sentiero che è salito per 600 metri, e se ne discende a valle dallo stesso torrione sulla parete nord, sul sentiero 666 (se sentiero si può chiamare!) può essere tranquillo e pacifico? la risposta è NO!
Infatti giù dalle prime placche, c'è ghiaccio vivo sotto uno strato più o meno abbondante di neve.
Il canalone volge a Nord, quindi anche la temperatura non è alta e la formazione di lastre lucide è molto frequente.
anche le corde che dovrebbero agevolare la discesa, che avrebbe dovuto essere solo su roccia..., sono tagliate o fuori dagli anelli di sostegno.
Dopo le iniziali placche la situazione si complica, non si può più tornare sui nostri passi, dopo i saltini fatti, si può solo proseguire; i passaggi diventano difficili viste le condizioni, espostissimi al fondo valle, ghiaccio ovunque, la caduta di uno di noi comporterebbe la caduta di tutti quelli sotto, visto che siamo incolonnati e non legati.
Gli scarponi scivolano, e le unghie diventano artigli, per aggrapparsi alla neve, al ghiaccio, A qualunque cosa possa avere una minima consistenza, ma non c'è molto, così in modo molto precario, ma concentratissimi cerchiamo di superare tutte le difficoltà che si presentano.
Nel frattempo anche la pendenza è aumentata fino ad arrivare ad un buon 50 – 55 gradi.
Finalmente dopo un precario traverso su neve marcia, arriviamo ai ghiaioni terminali con tanta neve da affondare fino al ginocchio scendendo (la neve arriva oltre la vita, lo so per esserci finito dentro durante un passaggio!), ma nessuna roccia affiorante e insidiosa sul nostro cammino ormai, siamo fuori, la tensione si scarica con una bella corsa nella neve fresca, e ci vede tutti sorridenti in fondo, Bagnati come pulcini per la tensione e per la neve ovunque negli scarponi.
Il ritorno è tranquillo.

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