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venerdì 18 gennaio 2008

Stanco ma felice

Era il lontano 1996… Ormai tempi passati, quando dormire era quasi un diversivo, non era strettamente necessario, pensarlo adesso… mi pare molto utopistico, se non dormissi solo per 24 ore sarei distrutto… rileggere adesso questi pensieri…

È quasi l’una del mattino, sono stanco, sono 42 ore che non dormiamo (penso che anche Fabio non sia riposato…), con Fabio siamo reduci da una salita da paura e da una giornata massacrante di smontaggio del campo, stiamo tornando a casa.

Siamo stanchi, sono ore che stiamo viaggiando per stradine secondarie,siamo in un punto imprecisato dell’Appennino, stiamo attraversando paesini appena illuminati e deserti, siamo… non lo so dove siamo.

Sono talmente stanco che riesco a malapena a tenere la concentrazione alla guida, Fabio è semi rilassato al mio fianco, ma sveglio, siamo reduci dall’ennesima alba, una delle più belle, siamo felici, ma un misto di confusione si fa strada nella mia mente, quando ad un certo punto i paracarri sul bordo delle strada con i loro catadiotri, riflettono la luce dei fari del fuoristrada, mi stranisco, la mia mente vede tanti nanetti in fila (con tanto di cappello a punta) con la lanterna sulle spalle… e non avendo assunto sostanze stupefacenti, deduco nell’ultimo momento di lucidità che è meglio fermarsi e riposare, e visto che Fabio si sente ancora Arzillo (per quanto si possa essere ancora arzilli dopo 42 ore senza sonno…) prosegue lui la strada verso casa.

Cambiamo posto alla guida, il tempo di sedermi e chiudere la portiera del fuoristrada, quando le braccia di Morfeo mi accolgono e Fabio procede la strada tra il ronzio del motore e il mio leggero russare per la stanchezza.

Arriviamo alla prima tappa, scarichiamo parte del materiale, un caffè doppio dovrebbe darmi la forza di guidare ancora per un’ora buona, prima di riuscire a distendere le membra in posizione orizzontale sul letto, per almeno 4/5 ore, poi domattina si riprenderà la solita vita.

Arrivo a casa, scarico a malincuore il resto del materiale, domani mi servirà la macchina per un altro carico, e finalmente qualche ora di meritato sonno (meritato? Non lo so….)

Un grazie, un grazie sentito, un ringraziamento a queste immense fatiche che ti portano a stare quasi 2 giorni senza dormire per la foga di arrivare alla fine, fare tutto nel migliore dei modi, un grazie alla montagna che è sempre li ed ogni volta ti dona uno spettacolo nuovo, imprevisto.

Un grazie per avermi insegnato che il tutto e subito, presto svanisce, le cose conquistate con sudore e fatica te le porti dentro per sempre.

Una lezione di vita. Una vita che sento veramente mia solo quando sono nella più completa scomodità, solo con il necessario, senza il superfluo, che appesantisce il cammino, in quei luoghi desolati, senza un riparo per la notte, fatto di materiale alla buona, recuperato qua e là.

Gli impegni quotidiani portano meno spesso il corpo dove la mente vive perennemente, sulle montagne, ma spero che ci sia ancora un tempo in cui poter progettare lunghi percorsi d’avventura con il solo materiale necessario e sufficiente sulle spalle…

Un grazie anche a voi, che pazientemente leggete i miei scritti.

Grazie veramente di cuore.

Bi

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