Angoscia di non potercela fare...

Freddo... quella sensazione di gelo che ti prende dentro, ti attanaglia e non ti lascia... l'angoscia di non poter reagire, ma la consapevolezza di doverlo fare, per forza senza sapere ancora come, ma sai che da qualche parte nel più remoto antro della tua persona, c'è ancora speranza.

La notte è stata pazzescamente fredda, il vento non ha smesso un attimo di soffiare e schiacciarti la tenda sulla faccia quasi a volerti soffocare, di dormire non se ne parla, non si riesce a fare un sonno lungo, guardi l'orologio, sono passati 7 minuti dall'ultima ovlta che l'hai guardato, e nel frattempo ti illudi di aver dormito...

Il nostro compagno Vomita, (cerca almeno di vomitare dalla tua parte!), per il troppo dislivello percorso ieri, , ed impreca il fatto di essere salito troppo velocemente...

In tre si sta decisamente stretti, in questa trappola di tela!

Ti senti gelato, senti di non sentire più le tue estremità, levedi e non capisci se sono ancora attaccate o per un malcapitato incantesimo si sono spezzate e restano li immobili... provi a muoverle e si muovono (questo è quasi certo... sono ancora attaccate! ), ma non le senti... prendi a massaggiarle, e le senti fredde, insensibili al calore, bianche, dure e rigide... Più freneticamente le massaggi, ma anche le mani sono fredde, e fatichi a farle scorrere, fanno male, sono indolenzite e le muovi a fatica.

Ti senti impotente, ma devi reagire, il naso ti cola, speri non sia sangue, almeno un problema alla volta... la fronte sente il berretto sceso fino sopra gli occhi, per la foga ti si è scompiscliato ed è sceso troppo... non c'è tempo per riassettarlo, bisogna assolutamente prendere nuovamente la padronanza dei piedi, strofini il naso sulla manica del pile, usare il fazzoletto è troppo complicato, e ricominci...

Una forza nuova nasce dentro di te, con una foga mai provata strofini le estremità in modo folle, senti dolore! EVVIVA! il sangue ripercorre i piccoli capillari e i piedi riprendono gradatamente colore, continui a strofinare energicamente per non perdere il ritmo... sei sudato tradicio per lo sforzo.

Con un gesto innaturale e una smorfia di dolore contempli i tuoi piedi che come un arcobaleno di colori stanno prendendo nuovamente vita, C...o che male!
Ti riassetti l berretto, il naso congelato contina a colare, per il troppo freddo accumulato, questa volta ti condedi il lusso di soffiarlo con il fazzoletto che recuperi lentamente a fatica dalla tasca, sei rannicchiato nell'angusta tenda sotto le raffiche di vento che la sballotta da tutti i lati, guardi i tuoi compagni di avventura e nel silenzio ognuno riprende a massaggiare le proprie estremità...

I piedi riprendono vita e tutto il corpo sembra rinascere, un brivido caldo ti percorre tutto il corpo dalla punta dei piedi fino su alla punta dei capelli, corti, e ben protetti sotto il berretto che tende sempre a scendere per i troppi movimenti nell'angusto guscio di nylon e cotone.
Senti la vita rinascere, e la voglia di riprendere il cammino, verso la vetta o verso il fondo valle, l'importante è andare a questo punto, restare sarebbe ricominciare da capo...
Velocemente riprendi coscienza di cosa devi fare, adesso lo sai... lo sai fin troppo bene... ti rendi conto che inconsciamente l'hai sempre saputo, l'istinto di sopravvivenza non ha bisogno di regole scritte, agisce e basta.
L'angoscia per ora pùò tornare a dormire, si è già agitata e ti ha agitato fino allo spasmo.
L'alba inizia a colorare il cielo, quasi come il massaggio della notte, l'orizzonte si sbianca e si illunina pian piano, filtra debole dal telo della tenda, speriamo si sbrighi a scaldare il mondo...

Benvenuto nuovo giorno, non sai quanto ti ho atteso, non pensavo che ti avrei bramato così tanto...

Benvenuto nuovo giorno...

Benvenuto.

Non sapevamo ancora quello che ci aspettava, la mattinata piena di Crepacci nascosti sotto la neve... (esperienza veramente vissuta... a quote molto alte...)
(presente anche su www.ciao.it)
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Bi