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venerdì 18 gennaio 2008

Ritorno a casa

È notte, o se volgiamo tra qualche ora sarà mattino presto…

Sperduto in un qualsiasi luogo della nostra caotica civiltà, un pensiero pervade la mia mente, il bisogno impellente, la necessità vitale di sentire ancora quelle sensazioni…

Rientro a casa, mi dirigo verso la stanza dove sono solito passare la maggior parte del mio tempo, prendo lo zaino, schiaccio caoticamente in modo ordinato alcune cose indispensabili per la mia avventura, giacca a vento, pile anche s e sono solo precauzioni, la maggior parte delle volte non indosso quasi nulla, pila da zucca (torcia frontale), picca, ramponi, berretto e guanti, un cambio e qualche biscotto per la sicura fame, una borraccia possibilmente piena…

Dopo poco mi ritrovo in macchina verso una destinazione ancora da stabilire, ma solo vagamente immaginata, prendo la fatidica decisione e parto.

Arrivo fino a dove la strada finisce e inizia il sentiero, lascio il mezzo e calzati gli scarponi mi avventuro sul ciottolato, che presto lascia il passo all’erbetta verdognola intirizzita dalla notte.

La Luna spende alta nel cielo, è una notte da sogno, senza una nuvola, il freddo è intenso, dovuto anche alle particolari condizioni climatiche, ma la luce lunare dona alle cose un non so che di magico e quasi fiabesco, irreale.

Il sentiero si fa sempre più piccolo e appena percettibile, entro in un bosco di faggi , il percorso inizia a salire e per scuri gradoni guadagno velocemente la cima della collina, ora il sentiero è leggermente più percettibile, una frenesia mi pervade, sono qui per salire, ma non mi basta il tempo, devo precedermi, salire prima…prima di cosa? prima di chi?

È notte, sono solo, su questa piccola montagna, enorme ai miei occhi, la foga nel salire mi fa percorrere scorciatoie impervie rispetto al sentiero che tranquillo scorre sul fianco della montagna, come in una gara immaginaria con una parte di me che più sensatamente percorre il giusto percorso, mi affanno a raggiungere la curva successiva del tornante.

Il mio animo è in subbuglio, la notte è ancora alta, la luce lunare rischiara tutto intorno, senza la necessità di ulteriori luci, la pila resta nello zaino…. Come sempre del resto.

È una sensazione fantastica vagare al buio, guardando e distinguendo tutto, la nostra percezione al buio aumenta se ci si abitua, piccola sosta per un biscotto, un sorso d’acqua… e via si riparte...

La meta è ancora lontana, ma ora non ci penso mi sto godendo questi passaggi, ben presto la mia attenzione dovrà essere altrove.

Un’altra sosta è d’obbligo quando dal sentiero ormai praticamente assente si passa alle roccette di vetrato, in cui la stabilità è precaria e insicura, calzo i ramponi per maggiore sicurezza, intanto il ghiaccio vivo non è distante, il freddo ora è particolarmente pungente… tolgo un guanto mi riassetto per ripartire. Parto.

La roccia ora è abbastanza ripida e la progressione non è più spedita come prima, arranco a fatica su per la cengia.

Arrivo su un leggero pianoro e un ventata gelida mi accoglie a braccia aperte… fa un piacere sentire il vento che ti penetra in tutti gli indumenti lievemente umidi dal sudore e dalla fatica della salita… mmhmm proprio un vero toccasana…

riprendo velocemente il cammino prima di diventare un ghiacciolo senza stecco… la salita, superata la piana, si immerge in un canalone scuro e freddo, speditamente cerco di arrancare sulle pendici del canalone, mi ispirano sempre poca fiducia, sempre pronti a scaricare qualunque cosa non sia estremamente fissata.

Fiumi di sudore scorrono sulla mia fronte e schiena, tanto che non distinguo più quelli che sono i brividi di freddo da quelli della sensazione di bagnato…

…ormai la vetta è li a portata di mano… mi fermo a guardare intorno, le vette circostanti sono tutte sotto di me… il freddo è veramente pungente, ma a tratti non lo sento il mio pensiero è già la sulla vetta, un ultimo sforzo e arrivo all’agognata cima.

Mi cambio velocemente indosso la giacca e mi siedo sulla mia nuovissima poltrona di neve… a godermi estasiato l’alba che si sta prospettando all’orizzonte mentre le valli sottostanti sono ancora immerse nella nebbiolina della notte.

Ora si che sono a casa!

Una notte speciale per un Augurio speciale.

Volevo augurare a tutti voi un super 2005, che sia ragioso come il sole che sta per sorgere, che sia pieno di emozioni come quelle di questa salita, che sia bello come lo è la natura che ci circonda, che sia limpido come la rugiada che si posa al mattino su tutto.

Dedicato alla persona speciale che mi sta accanto, Lucia.

Grazie

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