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venerdì 11 gennaio 2008

1996 Cronaca di un salvataggio Impossibile (Anatolij Bukreev)


1996 Cronaca di un salvataggio Impossibile
di Anatolij Bukreev
nato sull’onda di ARIA SOTTILE, di Jon kracauer, e racconta in modo personale e dettagliato quanto successo nel maggio del 1996 quando 13 persone persero la vita sulla via dell’Everest.
È un racconto in cui, nonostante Kracauer accusi la guida alpina Anatolij Bukreev di negligenza nei confronti dei suoi clienti, Bukreev non serba rancore, ne restituisce le accuse, si limita a citare i fatti così come si sono svolti, aiutato dalle testimonianze dei sopravvissuti, lasciando ogni possibile considerazione solamente la lettore, che una volta analizzati i fatti potra trarre le sue conclusioni.

È necessario leggere entrambe le versioni, per capire, e non commettere l’errore di giudicare solo un lato della medaglia, come inizialmente io stesso avevo fatto leggendo il libro di kracauer.

Anatolij Bukreev non aveva nessuna intenzione di scrivere il libro, perché già amareggiato dalle disgrazie che erano successe, ma per poter difendersi, visto che la rivista OUTSIDE, su cui erano usciti i primi scritti di Kracauer in cui si accusava la guida russa di essere fuggito dalla montagna abbandonando i suoi clienti al loro destino, non gli ha dato la possibilità di difesa per problemi di spazio sul proprio giornale, o meglio gli avrebbero concesso 350 parole contro le 17000 scritte da Kracauer.

Sull’onda di questa situazione Anatolij Bukreev decise di scrivere un libro in cui appunto venivano solo citati i fatti, e lasciando ogni altra considerazione al lettore.

Purtroppo Anatolij Bukreev morì il giorno di Natale dell’anno successivo (1997), mentre insieme a Simone Moro e ad un altro alpinista russo (credo) stava scalando l’Annapurna, spazzati via da una valanga, una enorme cornice di neve che si è portata via i due alpinisti russi, lasciando unico superstite Simone Moro che ancor oggi racconta l’ultima immagine di Anatolij, i suoi occhi in cui si leggeva la fine… un attimo prima di essere spazzato via.

Nonostante tutte le polemiche sollevate da Kracauer, Anatolij Bukreev ha ricevuto uno dei maggiori riconoscimenti in campo alpinistico, gli è stato conferito dall’American Alpine Club il "David Sowles Award”, per il suo incredibile salvataggio di tre clienti e per il suo comportamento durante e dopo la tragedia.

Sicuramente un dovere di cronaca leggere il libro per riscattare la memoria di un Vero alpinista che sulle montagne sapeva esattamente cosa occorre fare, preparando i suoi clienti soprattutto ad essere autosufficienti, perché come giustamente suggeriva, un incidente può capitare anche al migliore alpinista, e una guida Morta non può dare più nessun aiuto, per cui devi essere in grado di cavartela da solo.
La sua tecnica consisteva appunto nel cercare di formare il più possibile i sui clienti sia fisicamente che psicologicamente ad affrontare la “zona della morte” in cui la percentuale di ossigeno è il 30 % di quella al livello del mare, e la temperatura è notevolmente bassa, un minimo problema si trasforma in una catastrofe se non si riesce a ragionare per la mancanza di ossigeno e per la stanchezza che l’altitudine provoca.

Credo che il comportamento di Kracauer sia dovuto alla voglia di farsi notare, per far vedere che lui è un grande alpinista e che è riuscito a salire l'Everest, senza conseguenze e getta fango sull'unica persona che ha fatto di tutto per poter cercare almeno di portare conforto alle famiglie delle vittime, tanto più che lui si sentiva responsabile di una cosa di cui non era stato avvertito, il fatto che ci fossero persone in difficoltà sopra il campo 4, se non quando era tardi.
Gli sherpa che tenevano la Radio e quindi i contatti con la vetta e il campo base, non hanno ritenuto di informarlo prima.
L'anno successivo 1997, in primavera Anatolij Bukreev era nuovamente sulla vetta dell'Everest dove ha depositato una bandiera da parte della moglie di Scott Fischer, ha coperto il viso di Scott con il suo zaino per evitare che gli uccelli lo divorassero e il vento lo consumasse in breve tempo, e ha preso gli effetti personali dal corpo di Yasuko Namba, convinto di spedirli in Giappone al Marito, ma fortunosamente incontrato poco dopo la sua discesa a valle, venuto per cercare di recuperare il corpo della Moglie.

Nessuno gli attribuisce colpe (tranne ovviamente Kracauer...), anzi Lo elogiano per quello che ha fatto durante e dopo la tragedia.

Considerazioni su ARIA SOTTILE di Jon kracauer

La lettura del libro è scorrevole e Kracauer dimostra di essere un buon scrittore, racconta la storia della salita all'everest da parte della rivista per cui lavorava/ lavora OUTSIDE, è la storia vissuta dalla parte del cliente, che viene preso, e accompagnato in vetta dalle guide esperte.
Il prezzo del biglietto, 65.000 dollari viene pagato da Outside a Rob Hall per poter scrivere un articolo sulle spedizioni commerciali alle grangi vette Imalayane, in modo particolare al tetto del mondo.
Kracauer, è un discreto alpinista, ha partecipato, con altri grandissimi alpinisti ad altre spedizioni, molto nota è la spedizione Antartica a cui partecipò con Alex Lowe e Conrad Anker.
Resta però il fatto che la sua opinione è strettamente personale, racconta i fatti come vuole, per far passare che le guide sono spesso assetate di soldi e non pensano all'incolumità dei clienti, pensano soprattutto a portare a casa la pelle.
Dalla lettura del libro, però al contrario, e molto velatamente, si può vedere, come guide espertissime cerchino di accontentare i clienti fino in fondo, purtroppo lasciando la vita oltre gli ottomila metri, come ha fatto Rob Hall, che per accontentare il cliente che l'anno prima proprio con la sua spedizione non è riuscito a raggiungere la vetta, ritarda il rientro nonostante il tempo stia peggiorando e l'orario che lui stesso aveva fissato come termine ultimo per il rientro era passato da un pezzo, cerca di raggiungere la vetta... il resto è storia.
La figura di Anatolij Bukreev è messa in luce come una guida alpina che nel momento della difficoltà fugge dalla vetta e scende a 7900 metri del colle sud, dovesi trovava l'ultimo campo avanzato, lasciando sulla vetta tuttigli altri clienti.
Leggendo attentamente tra le righe invece emerge inanzi tutto il fatto che Anatolij Bukreev è arrivato in vetta, senza ossigeno tra i primi, e per necessità di ossigeno e per essere maggiormente utile scende, "una guida morta non è utile più a nessuno...", poi data la sua grande esperienza d'alta quota, si rende conto che il suo posto è al campo avanzato, per coordinare gli eventuali soccorsi.
sulla vetta, restano comunque almeo altre 4 guide.
Rob Hall, Scott Fischer capi spedizione, e almeno altre due guide delle rispettive spedizioni.
nella notte Anatolij Bukreev risale per almeno 3 volte la montagna, nessuno vuole escire dalle tende, la temperatura è notevolmente sotto i -30 gradi centigradi, l nebbia e il vento rendono la montagna impossibile.
Dal libro però nonostante tutto Anatolij Bukreev, ne esce come una figura subdola e mescina, che piuttosto di salvare la sua pelle fugge da tutti.
Direi un giudizio abbastanza riduttivo.
Per la cronaca Jon Kracauer non ha mai voluto rivedere la sua posizione, ne incontrare Anatolij Bukreev, e la stessa rivista Outside non ha mai reso possibile una repplica agli articoli di Kracauer.

ultime considerazioni appena sapute, Jon Kracauer ha intenzione, nonostante tutto quello che sia successo, ci siano i fatti a parlare, Anatolij non ci sia più a poter ribattere alle sue accuse, con la nuova edizione di ARIA SOTTILE di aggiungere una nuova parte al libro per continuare la polemica...
QUESTO MI SEMBRA VERAMENTE ASSURDO e INDECENTE!
Tanto più che lo stesso Kracauer è passato di fianco alla giapponese Yasuko Namba ancora viva e ha deciso di proseguire, senza neanche cercare di aiutarla, perchè secondo lui non c'èra più niente da fare.
e poi... non è kracauer che nei suoi scritti dice che nella zona della morte ogni alpinista deve cercare di cavarsela da solo?
La zona della morte inizia a 7900 metri , i fatti sopracitati si sono tutti verificati sopra il campo 4 che si trova oltre tale quota Yasuko Namba che è la vittima più in basso si trova ancora oggi a 8200 metri.
non scriverò più su questa tragedia, perchè credo siano state spese già tante parole per cercare di infangare il nome e la fama di un GRANDISSIMO ALPINISTA, la cui unica colpa per KRACAUER forse è di essere stato MOLTO PIù BRAVO e di ESSERE RUSSO....

buona lettura e poi ditemi cosa ne pensate.

(presente anche su www.ciao.it)

Bi

Per chi lo desiderasse è uscito un articolo sul ritrovamento del corpo di Scott Fischer, e in fondo l'elenco dei libri scritti sulla tragedia, quasi tutti scritti dai protagonisti che l'hanno vissuta in prima persona.

(Ce ne sono altri oltre a quello di Anatolij Bukreev qui descritto e quello di Kracauer).

Everest 1996 - La storia di Scott Fischer


2 commenti:

fulvio ha detto...

Non ho nessun interesse a difendere Krakauer.
Ma l'accusa nei confronti di Bukreev è quella di essere salito
senza ossigeno essendo egli guida.
E quindi giocoforza essere sceso in fretta lasciando in vetta
i clienti, non in difficoltà ma averli lasciati e basta.
Poi accusa anche sè stesso per la
morte di Harris e Namba.
Nella mia edizione di Aria Sottile
c'è una post-fazione di K.che spiega tutto questo.
Non ho letto Everest 1996, ma la figura di Bukreev era per me già
chiaramente positiva proprio nella descrizione di K.
Viene definito a più riprese forte alpinista e viene sottolineato il fatto che eroicamente ha salvato
diverse persone nelle difficili condizioni della zona della morte.
Penso che K. abbia semplicemente
espresso per quanto si sforzasse
di essere oggettivo, il suo punto di vista. Condivisibile o meno
(e infatti non lo è stato da tutti)
ma è il lettore che decide con la sua testa.
E con la mia ho deciso che B.ha fatto il suo meglio prima ancora di leggere (e a questo punto lo farò)Everest 1996.

Bi ha detto...

Grazie fulvio del commento.

Sulla montagna erano presenti anche altre guide dello stesso team, e B. era FORSE più utile al campo sotto, come poi ampiamente dimostrato.
Il mio non è un attacco a K. è soltanto un punto di vista, che non mi è piaciuto il suo comportamento durante e dopo la spedizione, la quasi totale mancanza spazio per la difesa da parte di B.

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