vi racconto il mio girino in val FERRÉ.
Alle pendici del Monte Bianco.
La mattina inizia molto presto.
Destinazione è la valle sinistra del monte Bianco, appunto la Val Ferré.
L’arrivo è molto gradevole, si vede stagliato sull’orizzonte il massicico del monte Bianco, che con la sua imponenza è veramente impressionante.
Altro che cartoline!
Ma il viaggio in auto non è ancora finito, anche se ormai manca poco, si vede davanti a noi l’eguille Noire de Peuterey, l’eguille Blanche, il candeliere, e le due cime del monte Bianco, il maestoso ghiacciaio della Brenva, che con le sue seraccate terminali è spettrale già in lontananza, figuriamoci quando ci sei sopra!
Comunque il viaggio prosegue…. Le Grand Jorasses con le loro pareti Sud si innalzano sulle nostre teste, una foto e via…..
Infine una serie di monti con le loro precarie cornici di neve sospinte dal vento in sbuffi bianchi carichi di pericolo.
Arriviamo a destinazione.
Da dove abbiamo lasciato la macchina, parte un sentiero che si inoltra dolcemente verso il fondo valle; ma dopo poco la dolcezza rimane solo nel vedere le cime sopra di noi, il sentiero ha decisamente cambiato la sua pendenza, incrementando di qualche grado.
Due marmotte ci salutano, ma allarmate per la nostra sosta durante le fotografie, avvertono le altre con fischi acutissimi.
Lasciamo presto il sentiero, che nonostante la pendenza è sufficientemente largo perché ci passi un fuoristrada, infatti il sentiero conduce ad un rifugio a mezza valle; per inerpicarci lungo un ripido sentierino che porta al colle sopra di noi, sulla sinistra una cascata d’acqua e sulla destra la morena terminale di un nevaio, sullo sfondo, non molto distante, la seraccata verticale del ghiacciaio del PredeBar, sul quale poggiano i due rifugi Fiorio (il vecchio rifugio con solo 4 posti letto, e quello nuovo che ospita ben 22 persone!) nostra destinazione finale. Dopo un’attenta e faticosa salita tra pietraie attraversamenti di nevai marci e superfici viscide e scivolose arriviamo a destinazione.
Una giornata splendida 2735 metri s.l.m. siamo in pieno ghiacciaio, ai bordi sulla seraccata , in lontananza, ma neanche molto si odono i movimenti poco silenziosi del ghiaccio e uno spettacolo indimenticabile tre slavine, due delle quali veramente paurose si abbattono sul monte che ci sovrasta, le osserviamo con il binocolo e dopo alcuni secondi la neve cade ancora tremendamente fitta!
Bellissimo, ma non avrei gradito essere là!
La giornata è talmente splendida che 10 minuti senza maglia stesa al sole ad asciugare, mi procurano un di quelle scottature da Aragosta bollita!
Dopo aver Riposato e mangiato un boccone, scritto sul libro del rifugio, la desolante discesa ci attende.
La Discesa è molto più faticosa della salita visto che il sentiero cade ripido sotto i nostri piedi, fortunatamente abbiamo le racchette da neve che ci sostengono il cammino, ma è massacrante lo stesso.
sono consigliabili i bastoncini per la saita, ma soprattutto per la discesa, che risulta molto ripida e scoscesa, provate e vedrete.
Scarpe appastanza IMPERMEABILI per il passaggio sul nevaio.
Non presenta nessuna difficoltà tecnica.
Buona escursione.
Bi
1 commento:
Bivacco Fiorio non Florio
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